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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Cresce il debito delle famiglie veneziane, preoccupa il rischio usura

In media 24.500 euro per ogni nucleo, circa 2mila in più rispetto alla media nazionale. Di per sé non è necessariamente un problema, ma i rincari dei prezzi, secondo la Cgia, potrebbero peggiorare la situazione

Cresce il debito delle famiglie della provincia di Venezia: al 31 dicembre 2021, secondo i dati raccolti dalla Cgia, il debito totale della provincia ammontava a 9,2 miliardi di euro, per un importo medio di 24.553 euro per ciascun nucleo familiare. Se confrontato con il dato di 2 anni prima, periodo pre-Covid, la variazione è stata del +7,3 per cento. Ma il vero problema, per l'associazione degli artigiani, sono i fenomeni che non si possono misurare: l'usura, ad esempio, per la quale oltretutto non esistono statistiche recenti.

In debito soprattutto le famiglie benestanti

Per il presidente della Cgia, Roberto Bottan, i dati relativi all'economia delle famiglie veneziane mostrano una situazione «critica, ma non drammatica», conseguenza di vari fattori. Lo stock dei debiti è in aumento e, dall'inizio dell'anno, sono esplosi gli effetti negativi del caro vita e del caro bollette. Ma è probabile che «l’incremento del debito sia in parte riconducibile alla forte ripresa economica avvenuta l’anno scorso», anche perché «le aree più indebitate sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati», dunque «le forti esposizioni bancarie di questi territori potrebbero essere legate ai significativi investimenti avvenuti in questi anni nel settore immobiliare. I quali, ovviamente, sono riconducibili a famiglie benestanti». Resta il fatto che le famiglie veneziane hanno un indebitamento superiore di 2mila euro rispetto alla media nazionale. E che la maggiore incidenza del debito sul reddito si registra nei nuclei più poveri: i dati dell’Istat dicono che le crisi che si sono succedute dal 2008 in poi hanno aumentato il numero delle famiglie in difficoltà economica, incrementando il divario tra poveri e ricchi.

Gli autonomi pagano i rincari due volte

L’aumento dei prezzi, il caro carburante e quello delle bollette potrebbero peggiorare notevolmente la situazione economica di tantissime famiglie, anche in provincia di Venezia. «Segnalo - dice Bottan - che molti artigiani, piccoli commercianti e partite Iva stanno pagando due volte questi aumenti: la prima come utenti domestici e la seconda come piccoli imprenditori per riscaldare e illuminare le proprie botteghe e negozi. Una situazione che per molte attività non è più economicamente sostenibile».

Usura: a rischio artigiani e partite iva

Tornando all'usura, è un fenomeno che non si può misurare solo con le denunce effettuate all’Autorità giudiziaria. Chi finisce per essere vittima di questo crimine spesso ha paura di denunciare i suoi aguzzini perché teme per l’incolumità propria e dei suoi familiari. E con la crisi economica ormai nuovamente alle porte, anche le forze dell’ordine segnalano il riavvicinamento delle organizzazioni criminali al mondo dell’imprenditoria. In particolar modo di quella composta da artigiani, negozianti e partite iva. Lavoratori autonomi che si indebitano per poche migliaia di euro, ma nel giro di qualche mese si trovano nell’impossibilità di restituire i soldi perché gli interessi raggiungono livelli spaventosi. Per la Cgia, è necessario che lo Stato intervenga «con massicce dosi di liquidità, altrimenti molte imprese cadranno prigioniere di questi fuorilegge». Non solo: bisogna incentivare il ricorso al “fondo per la prevenzione” dell’usura, strumento che esiste da decenni ma è poco utilizzato perché sconosciuto ai più.

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