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Economia

Decreto del governo: le risorse per Venezia. Per Confindustria finora non sono bastate

Baretta anticipa le misure: incentivi agli affitti, taglio delle bollette, stop al pagamento dell’occupazione di suolo pubblico per 6 mesi. Donazzan a gamba tesa sulla cig in deroga

Incentivi di tre mesi per gli affitti, taglio delle bollette, stop al pagamento dell’occupazione di suolo pubblico per 6 mesi, con rimborso del mancato introito ai Comuni, finanziamenti a fondo perduto per le Pmi e bonus vacanze di 500 euro per le famiglie che decideranno di trascorrere le proprie vacanze in Italia. Sono alcuni degli interventi che stanno per essere varati dal governo nel decreto di maggio da 55 miliardi. 

Settore turistico

Secondo il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, «si tratta di risposte che Venezia aspetta a sostegno del settore turistico veneziano», dopo l’estensione della cassa integrazione in deroga anche al settore alberghiero e della ristorazione. «Comprendiamo – spiega Baretta - la rabbia e la stanchezza di chi a Venezia, in una città la cui economia dipende dal settore turistico, scende a protestare in piazza riconsegnando simbolicamente le chiavi della propria attività. Siamo consapevoli - che è necessario - ascoltare e dare risposte. Stiamo lavorando a una misura che prevede un ristoro integrale del costo sostenuto in questi tre mesi per l'affitto di tutte le imprese, di qualsiasi natura e dimensioni, che abbiano subito un calo del fatturato, oltre ai costi fissi delle bollette, per un totale di quasi 3 miliardi di euro». A questo, secondo Baretta, si affiancheranno finanziamenti a fondo perduto per le pmi con fatturati inferiori ai 5 milioni di euro l’anno, che nel settore turistico rappresentano oltre il 90% delle imprese.

Le imprese

«Le misure adottate finora dal governo italiano per affrontare le conseguenze economiche del Covid-19 non stanno funzionando». Per Vincenzo Marinese presidente di Confindustria Venezia e Rovigo, occorre, come sostiene il presidente nazionale Carlo Bonomi, liberare liquidità. «Taglio dell’irap (imposta regionale sulle attività produttive), pagamento dei debiti della pubblica amministrazione e sblocco delle infrastrutture. Le risorse promesse non sono ancora arrivate alle imprese. Gli interventi elargiti a pioggia, come previsto, si sono dimostrati completamente inefficaci».

Le opere infrastrutturali

Per Marinese serve, «liberare risorse, rendendole disponibili per nuovi investimenti, come il ponte Morandi a Genova, dice: «dimostra che anche nel nostro Paese, in meno di due anni, se c’è la volontà è possibile realizzare grandi opere pubbliche». Nel territorio di Venezia e Rovigo sono attivi gli ammortizzatori sociali per oltre 250 aziende associate, quasi 20 mila lavoratori, ricorda il presidente. «Abbiamo più volte offerto il nostro contributo per indirizzare le scelte governative. L’impresa è il motore dell’economia, perché genera Pil e crea posti di lavoro. Troppo spesso, però, ha avuto la meglio un sentimento anti-industriale che sembra contrapporre aziende e cittadini, profitto e salute. Così non si fa il bene dell’Italia».

La cig in deroga

La cassa integrazione in deroga come ammortizzatore sociale per l'assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan è «uno strumento  sbagliato, con una procedura eccessivamente burocratizzata. Tutte le Regioni, o quasi tutte - dice - hanno processato tutte le domande pervenute: per il Veneto si tratta di 34.888 pratiche, l’Inps ha fatto tutto il lavoro che c’era da svolgere, ma i soldi continuano a non arrivare». I rallentamenti, spiega l'assessore, non sono da imputare alle Regioni che lavorano «giorno e notte per processare le richieste e trasmetterle all’Inps, bensì a un meccanismo che si fonda su regole previste per situazioni ordinarie e non certo per situazioni straordinarie e di emergenza. Sarebbe stato sufficiente - conclude - individuare una causale unica Covid 19, assegnare le risorse direttamente alle aziende, che avrebbero erogato gli importi ai propri lavoratori, alla pari di uno stipendio (di importo ridotto)».

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