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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Economia del mare, Marinese: «Più integrazione fra logistica e industria al porto»

Il vicepresidente di Confindustria Veneto est per Venezia: «Zls fondamentale per la blue economy». Mose: «Le imprese chiedono di mantenere più operativa possibile la bocca di Malamocco e prevedere il funzionamento h24»

Economia del mare: la centralità dei porti di Venezia e Chioggia per le imprese del settore è stata al centro dell'incontro di mercoledì nella sede al Vega di Confindustria. Del comparto fanno parte 9 mila aziende, con 20 mila addetti, dove nel 2022 sono stati movimentati 24,5 milioni di tonnellate merci (+1,5% sul 2021 secondo l'Autorità portuale mare Adriatico settentrionale).

Un porto che si sviluppa su oltre 1.400 ettari di aree operative industriali, commerciali e terziarie, è stato sottolineato, con 12 chilometri di banchine a uso promiscuo e 24 terminal. Le imprese operano nella siderurgia, nei mangimi, cereali e semi oleosi, nei prodotti energetici e nei chimici. Genera un valore della produzione di 6,6 miliardi di euro, un traffico di 5 mila treni all’anno e una realtà portuale che proietta Venezia al quarto posto tra le province italiane per incidenza delle imprese della blue economy (12,4%) sul totale della propria economia (fonte: decimo rapporto sull’Economia del Mare), ma intercetta solo il 5% del traffico container delle rotte mediterranee ed è al 25esimo posto in Europa per tonnellaggio globale di merci. «Un esempio di competitività sostenibile con ancora grandi potenzialità di sviluppo», hanno commentato il vicepresidente Confindustria per l’Economia del Mare, Pasquale Lorusso, e il vicepresidente di Confindustria Veneto est per Venezia, Vincenzo Marinese, con le imprese che operano al Porto di Venezia e Chioggia.

Per quanto riguarda le attività del Porto in relazione ai sollevamenti del Mose, le imprese hanno chiesto di mantenere più operativa possibile la bocca di porto di Malamocco (e di normare le compensazioni in caso di chiusura), di prevedere il funzionamento del porto h24, di gestire l’organizzazione dei convogli in ingresso e in uscita in modo concertato e condiviso per non penalizzare nessun settore produttivo.
È emersa anche la richiesta di potenziare e rivalutare l’infrastruttura fluviale del Po che rappresenta il collegamento economico funzionale per tutti gli investimenti che potranno essere avviati con la Zona Logistica Semplificata (Zls). Le imprese hanno chiesto che il Porto di Venezia mantenga la sua configurazione di «home port» per le crociere, completando l’attivazione degli ormeggi del “porto diffuso” e che si proceda rapidamente con l’escavo dei canali per garantire e migliorare l’accessibilità.

«Oggi, nella sede Confindustria Veneto Est di Venezia, abbiamo avuto un momento di confronto e ascolto costruttivo con alcune realtà imprenditoriali legate all’Economia del mare - afferma Lorusso -. Ho apprezzato l’approccio pragmatico, fattivo, la logica del fare, che ha portato a costruire un legame virtuoso e di valore tra il tessuto industriale locale, manifatturiero e dei servizi, e il sistema portuale di Venezia-Chioggia. Momenti di confronto come questi consentono a Confindustria di rappresentare la strategicità dell’Economia del mare alle istituzioni per l’adozione di politiche industriali mirate a rafforzare la competitività del tessuto produttivo del Paese».

«Ritengo che il porto di Venezia abbia tutti i requisiti per sviluppare una logistica integrata con l’industria - commenta Marinese - a maggior ragione con la prospettiva della Zls, uno strumento che speriamo arrivi in tempi rapidi per contribuire al potenziamento della blue economy nazionale. Le politiche di sviluppo per il Porto di Venezia devono puntare a incrementare il traffico siderurgico in import per le materie prime e in export per i prodotti finiti, renderlo hub di lavorazione e stoccaggio dei cereali, dei mangimi e dei prodotti oleosi, per sviluppare i traffici dei nuovi combustibili e della filiera dell’idrogeno verde. E mantenere il primato dei traffici di prodotti chimici, completando l’interconnessione ferroviaria con il retroporto».

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