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Economia Marghera

Eni cede il 70% di Versalis, lavoratori in sciopero a Marghera

I lavoratori hanno incrociato le braccia alcune ore nel petrolchimico del Veneziano all'annuncio della vendita delle quote dell'azienda ad un fondo finanziario americano di proprietà iraniana: "a rischio il futuro dello stabilimento"

Doveva essere interessato da investimenti e migliorie di stampo ecosostenibile, secondo il piano annunciato da Eni appena due anni fa. E invece, ad oggi, il futuro della Versalis di Porto Marghera è più che mai incerto e la decisione di vendere la maggioranza delle quotazioni della società, il 70%, ad un fondo finanziario americano di proprietà iraniana, mette in agitazione i lavoratori.

Mercoledì i dipendenti dello stabilimento chimico hanno incrociato le braccia per alcune ore, rallentando la produzione in modo sensibile, per lanciare un segnale e per accendere i fari su un problema che, con lo scenario appena descritto, appare più che mai reale e prossimo. Da parte degli operai la richiesta di fare chiarezza e l'appello alle istituzioni locali e al governo per discutere un nuovo accordo con il gruppo Eni, che in Italia dà lavoro a 4300 persone, al fine di rilanciare davvero l'area e ammodernare le strutture. Alessandra Moretti e Franco Ferrari in Regione chiedono che nel nuovo assetto societario Eni mantenga almeno la maggioranza o in alternativa che all'interno venga coinvolto il fondo strategico italiano, con la presenza governativa sinonimo di una certa solidità e sicurezza per i dipendenti. Solo così, a salvezza dell'impianto acquisita, il progetto di rivitalizzazione, sostengono ancora, potrebbe effettivamente realizzarsi.

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