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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Una nuova etichetta per riconoscere il valore ambientale di una bottiglia d'acqua

Una "classe di ecosostenibilità" per sapere a quale livello la plastica e il processo di fabbricazione fino allo scaffale dia un contributo al pianeta

Il grado di sostenibilità di una bottiglia d'acqua in un'etichetta, anzi in una lettera, dalla "A" alle "E", che indica al pari delle classi energetiche di un elettrodomestico o di un immobile, a che livello sia ecocompatibile. Una prassi che con un processo "dal basso", attraverso la partecipazione e le osservazioni della società civile - imprese, consumatori, associazioni, sindacati, cittadini - ha già iniziato attraverso Uni (associazione che svolge attività di normazione tecnica e partecipa in rappresentanza dell'Italia, di organismi internazionali quali Iso e Cen) e Confindustria Venezia Rovigo, un percorso per affermarsi come indicatore "ufficiale" del valore ambientale, seppur si parli di plastica.

“L’obiettivo di Uni è creare le condizioni per un mondo fatto bene garantendo prestazioni certe, sicurezza, qualità, rispetto per l’ambiente di prodotti, servizi, processi, persone e organizzazioni. Lo fa da 101 anni agendo come una grande piattaforma multistakeholder dove oltre 8.000 esperti condividono conoscenze e valori, per dare risposte che non siano un compromesso al ribasso per accontentare tutti, bensì il riconoscimento ragionato della soluzione migliore che crea valore a beneficio di tutti», ha dichiarato il presidente di Uni Giuseppe Rossi.

Questo per sensibilizzare i consumatori alla scelta di prodotti ecocompatibili e al riciclo. Il tema della sostenibilità è oggi di grande rilevanza. Circa l’80% dei consumatori, secondo una recente indagine di Capgemini Institute, afferma di sentirsi meglio se acquista un prodotto ecocompatibile. Il mercato internazionale ha trovato una risposta a tale esigenza attraverso le etichettature ambientali che spesso, tuttavia, applicano metodi di misurazione disomogenei. Nel caso delle acque minerali e delle bevande analcoliche, la plastica utilizzata per l’imbottigliamento è il Polietilene Tereftalato (o Pet) il quale, oltre ad avere qualità adatte alla conservazione degli alimenti, può essere riciclato al 100%. È importante coinvolgere e sensibilizzare i consumatori affinché, attraverso la raccolta responsabile delle bottiglie usate, favoriscano sempre più il riciclo. Per questo è nata la Prassi Uni che raggruppa i prodotti secondo cinque “classi ambientali” (A, B, C, D, E) dove A identifica la migliore prestazione, E la peggiore, al fine di favorire una immediata comprensione del dato che si traduce nella percezione di maggiore trasparenza e quindi in fiducia.

Per definire la “classe ambientale” la prassi valuta i seguenti aspetti, a ciascuno dei quali è assegnato un punteggio: con riferimento all’imballaggio (bottiglia) si considera il peso del Pet utilizzato, del Pet riciclato e il peso del tappo. Per quanto riguarda il prodotto, vengono misurati i consumi di energia termica ed elettrica necessari per la produzione delle bevande fino alla fase di imbottigliamento. Concorrono alla definizione del punteggio anche l’innovazione di processo e di imballaggio: la quantità di emissioni di CO2 per l’intero ciclo di vita del prodotto, gli interventi per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, la compensazione delle emissioni residue di CO2 tramite l’acquisto di crediti di carbonio nel mercato volontario. Infine, sono considerati la riciclabilità dell’imballaggio e il sistema di tappo che rimane attaccato alla bottiglia per evitarne la dispersione. Per assicurare che l’etichetta contenga informazioni conformi alla prassi l’azienda, al termine del processo di autovalutazione, deve sottoporre la documentazione a un verificatore indipendente accreditato.

Ai lavori hanno partecipato Confindustria Venezia (in qualità di Project leader), rappresentanti di San Benedetto, Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) ed Ecubo. Sarà il gruppo San Benedetto a mettere in atto per primo la prassi, in continuità con le azioni di miglioramento volte alla sostenibilità di processo e di prodotto. «Il progetto a disposizione delle aziende di tutta Italia, è l’esito di un importante lavoro di squadra – ha affermato il presidente di Confindustria Venezia Vincenzo Marinese –. La prassi di riferimento ha l’obiettivo di indicare con chiarezza la sostenibilità della bottiglia e del suo contenuto. La metrica utilizzata è quella della classe ambientale, riassunta da una semplice ed efficace etichetta colorata. Con questo progetto vogliamo fornire al consumatore uno strumento in più per riconoscere il grado di sostenibilità dei prodotti confezionati in Pet. Intendiamo, inoltre, incoraggiarlo ad adottare comportamenti responsabili, per evitare la dispersione della plastica e favorirne il riciclo».

«Siamo orgogliosi di aver contributo con il nostro “Know-how” in materia di sostenibilità alla nascita di questo importante strumento per la misurazione delle prestazioni ambientali delle bottiglie in Pet. Ci adopereremo per poter ottenere questa prestigiosa certificazione quanto prima – ha commentato Tullio Versace, consigliere di amministrazione del gruppo San Benedetto – Siamo leader in Italia nelle politiche ecosostenibili nel beverage analcolico grazie a un impegno che ha radici lontane nel percorso industriale della nostra azienda e che ci vede quotidianamente al lavoro per raggiungere la piena economia circolare e l’impatto zero».

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