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Economia

Le gioiellerie nel periodo post-lockdown: male in centro storico, in ripresa nei quartieri

Il presidente di Federpreziosi provinciale Ravagnan: «Venezia paga l'assenza del turismo, in particolare di lusso»

I dati di Federpreziosi sui volumi d'affari delle gioiellerie in provincia di Venezia mostrano situazioni diversificate in base alle zone: sono in grave crisi quelle del centro storico, che operavano prevalentemente con il turismo, mentre resistono (con casi addirittura di risultati superiori al 2019) i negozi di quartiere. «Le gioiellerie di Venezia – spiega il presidente provinciale di Federpreziosi, Alberto Ravagnan – sono state fortemente penalizzate dalla crisi del turismo e in particolare del turismo di lusso, anche perché pagano affitti importanti. Sono numerose le attività in crisi o in procinto di chiudere».

La situazione nel resto del territorio è diversa e per certi versi incoraggiante: «Abbiamo vissuto un’estate con una crescita di lavoro, certamente influenzato dalla somma delle riapertura e degli eventi che erano stati bloccati durante il lockdown. Battesimi, cresime e comunioni, ad esempio, influiscono per circa il 25% del nostro mercato e abbiamo notato in alcuni casi un incremento di clientela che si rivolge ai negozi di gioielleria tradizionali, complice forse una reazione emotiva all’emergenza sanitaria, che porta le persone a investire in questo settore piuttosto che altrove».

Ravagnan esprime «preoccupazione anche per i negozi situati nei centri commerciali che hanno registrato in generale una riduzione della clientela e che, rispetto ai negozi di quartiere, hanno però costi molto più alti». Ad aprire nuove prospettive potrebbe essere la tecnologia digitale: «Non si tratta di vendere a clientela nuova situata altrove nel mondo – chiarisce Ravagnan – ma piuttosto di un nuovo modo di vendere alla stessa clientela. Ci sono persone ancora intimorite dall’ingresso nei negozi e poter visionare la merce online è un modo per ridurre il tempo di esposizione e acquistare in maggiore sicurezza. Ora, oltre all’adesione al progetto “Vetrine on line” di Confcommercio, stiamo valutando un progetto specifico che metta in rete fornitori, fornitori di servizi e negozi in questa direzione».

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