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Economia Murano

Vetro di Murano, ritorno al regimi degli aiuti minimi. Ferro: «Così non resistiamo»

Appello al governo del vicepresidente del comparto. «La nostra antica arte manifatturiera è altamente energivora. Lo Stato non può abbandonarci in questa fase drammatica». Artigiani, Masat: «A rischio collasso»

Al vetro serve energia. Quello artistico di Murano alle condizioni attuali sta attraversando una fase che il vicepresidente della sezione vetro di Confindustria Venezia, Cristiano Ferro, definisce «drammatica».

«La nostra antica arte manifatturiera è frutto di un processo produttivo altamente energivoro. Lo Stato non può abbandonarci. Le vetrerie sono in ginocchio: i prezzi del gas continuano a salire, ma gli aiuti del governo tardano ad arrivare. Nel frattempo, con il ritorno al regime "de minimis" (aiuti di piccola entità che possono essere concessi alle imprese senza violare le norme sulla concorrenza), rischiamo di perdere i 5 milioni stanziati dal ministero dello Sviluppo Economico».

Le bollette dell’energia, nel mese di luglio, in alcuni casi hanno sfiorato i 300 mila euro, spiega Confindustria, (a fronte di un importo di 35 mila euro nello stesso periodo del 2021). Tra le numerose aziende muranesi che hanno presentato la richiesta di accesso ai contributi del fondo istituito dal Mise, pochissime ad oggi hanno ricevuto riscontro, afferma Ferro. «Negli ultimi cinque mesi, le vetrerie di Murano hanno lavorato nella certezza di ricevere un parziale rimborso delle spese energetiche. Confidando in questo supporto, quasi tutti si sono esposti dal punto di vista finanziario, visti gli elevatissimi costi del gas».

Il fattore più grave, però, è un altro – aggiunge il vicepresidente della sezione vetro di Confindustria –. Il 30 giugno scorso è stato sospeso il cosiddetto "Temporary Framework" (autodichiarazione nella quale si attesta che l'importo degli aiuti fruiti a seguito del Covid non supera i massimali previsti dalle regole sulla concorrenza). La misura durante la pandemia ha permesso alle aziende di ricevere sostegni in deroga alla disciplina ordinaria sugli aiuti di Stato. Con il ritorno al regime "de minimis", le imprese potranno ottenere al massimo 200 mila euro nell’arco temporale di un triennio. Un tetto che molte realtà sforeranno già con le prime erogazioni. Rivolgiamo un appello al governo, affinché sblocchi questa situazione surreale – conclude Ferro –. La burocrazia non può mettere in crisi la nostra antica arte manifatturiera, che per sua natura è un processo produttivo altamente energivoro. Salvaguardare questo patrimonio oggi significa essere al fianco delle imprese del vetro anche in una fase così drammatica». (Sotto: Cristiano Ferro, vicepresidente Confindustria sezione vetro di Murano).

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«Oltre alla crisi e i prezzi folli di energia e gas che stanno mettendo in ginocchio il settore del vetro non si possono aggiungere i paletti burocratici agli aiuti previsti, ma purtroppo è ciò che sta accadendo». A lanciare l'allarme sugli aiuti governativi per il settore è Matteo Masat, segretario della Confartigianato San Lio.

«Nel frattempo, con il ritorno al regime "de minimis" rischiamo di far sfumare i 5 milioni stanziati dal ministero dello Sviluppo economico per il settore - continua - Per alcune imprese le bollette dell’energia nel mese di luglio si sono decuplicate rispetto lo stesso periodo dell'anno scorso, mentre tra le tante aziende muranesi che hanno presentato la richiesta di accesso ai contributi del fondo istituito dal Mise, pochissime ad oggi hanno ricevuto riscontro. Uno stallo assurdo che rischia di far più danni di quelli che si stanno già registrando». Il regime "de minimis" era stato sospeso per permettere alle aziende di ricevere sostegni in deroga alla disciplina ordinaria sugli aiuti di Stato. «Questo meccanismo degli aiuti emergenziali si è inceppato - prosegue Masat - E così oltre il danno s'aggiunge la beffa; con il ritorno al regime "de minimis", le imprese potranno ottenere al massimo 200 mila euro nell’arco temporale di un triennio, quando quella cifra oggi consente di alleggerire forse un paio di bollette. «Da qui la richiesta ai nostri rappresentati politici di disinnescare al più presto questi legacci burocratici – conclude Andrea Della Valentina, presidente del settore vetro artistico - per ridare ossigeno a un settore storico, strategico e conosciuto nel mondo».

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