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Economia Marghera

Pili, si fa avanti una società orientale. Cgil: "Lì non c'è alternativa alla vocazione industriale"

La lettera del segretario della Camera del Lavoro di Venezia, Enrico Piron, al sindaco Brugnaro, proprietario dei terreni su cui gli imprenditori stranieri potrebbero insediarsi

Un mese fa l'annuncio del sindaco, Luigi Brugnaro, durante un'assemblea pubblica al capannone del petrolchimico di Porto Marghera, dell'incontro imminente con investitori orientali interessati a quelle aree a scopo di investimento. Ora la notizia del possibile interesse della Grandeur Oxley Holding Limited, con base a Singapore, verso l'area dei Pili. Un'ipotesi che ha indotto il segretario della Cgil di Venezia, Enrico Piron, a inviare direttamente una lettera a Ching Chit Kwong della Grandeur Oxley Holding Limited, con base a Singapore, che "sembra interessata all'acquisto dell'area con il proposito di insediare attività di tipo turistico-commerciali. Comprendo - scrive Piron - l’imbarazzo della proprietà dei terreni che, certamente per buona educazione, non esprime compiutamente quali siano le effettive prospettive e la reale progettualità del territorio di Porto Marghera, della sua vocazione industriale, e delle aspettative che i suoi cittadini ripongono nei progetti di re-industrializzazione, per i quali si sta lavorando da tempo e soprattutto della ferma volontà, manifestata tenacemente e risolutamente in centinaia di dichiarazioni, dal signor sindaco della nostra Città, della necessità di una ripartenza di un tessuto manifatturiero del territorio e del puntiglio del primo cittadino perché questo si realizzi. A costo di sembrare scortese, ho quindi deciso di parlare io al signor Kwong".

Occhi cinesi su Porto Marghera

La lettera a Kwong

"Caro signor Kwong - inizia la missiva - certo le sarà capitato di visitare il nostro territorio in questi giorni e avrà notato come, per giustissima volontà dell’amministrazione e del nostro sindaco, da qualche tempo alcuni siti industriali siano illuminati la notte. E’ un’idea certo d’impatto ma, mi creda, non evocativa o estetica".

Si accendono le luci su Porto Marghera

"Serve a ricordare alle menti più distratte - continua -, proprio perché stiamo celebrando il Centenario dell’area industriale, che questo anniversario non è unicamente una rievocazione del tempo che fu, di industrie che non ci sono più, di lavoro scomparso e territorio abusato, ma l’inizio di nuova progettualità. Venezia, che abbiamo la fortuna di abitare, è certamente uno straordinario luogo storico e artistico, unico nel mondo, ma deve tornare ad essere il centro di un processo di ricostruzione di un tessuto industriale e manifatturiero che da troppo tempo attende segnali di ripresa (parlo bene, signor sindaco?)".

"Tutte e tutti ci stiamo impegnando affinché tale progettualità non resti lettera morta - si sottolinea - ma che, attraverso un allineamento di intenti tra politica, istituzioni e rappresentanza sociale, dia nel più breve tempo possibile, risposte concrete che permettano a progetti industriali ed investimenti, di trovare, proprio qui e finalmente, quelle prerogative per rimettere in moto il volano della produzione industriale moderna, di creare buon lavoro e stabile, e di redistribuire alle cittadine e ai cittadini gli esiti di uno sviluppo che ci aspettiamo da troppo tempo. Lo status di 'area di crisi complessa', il grande lavoro svolto in questi mesi e l’imminente inizio di questa fase, nonostante le già grandi difficoltà ambientali presenti, rappresenta un’occasione alla quale nessuno intende rinunciare e per la quale ognuno è disposto a fare la proprio parte con determinazione e puntiglio. (giusto, signor Sindaco?)

Non le nego poi che in questi giorni ci stiamo impegnando tutti anche per ripensare il territorio, per valorizzarne le specificità, per integrare maggiormente il Porto con la città, per trovare elementi di compatibilità tra fattori presenti, a partire proprio dal turismo e dalle Grandi Navi da crociera, salvaguardando quell’importantissimo lavoro, magari valorizzandolo e stabilizzandolo, ma evitando che il turismo si divori tutto il nostro territorio".

'Progetti incompatibili'

"Signor Kwong - continua Enrico Piron della Cgil - siamo lusingati dal fatto che lei abbia pensato a Venezia per i suoi investimenti e all’area dei Pili, ma, mi creda, la sua visione imprenditoriale confligge proprio con le aspettative del territorio e con i desiderata del nostro sindaco. Quel territorio ha un vincolo industriale ed è opportuno non solo che mantenga quel vincolo, ma che su quell’area vengano impiantate realtà manifatturiere e industriali, start up, progetti produttivi con l’università e quant’altro vada in quella direzione.

Mi permetto di aggiungere che, tra l’altro, proprio il proprietario di quelle aree da mesi sta dicendo con veemenza e coraggio, che a Venezia serve proprio che l’industria riparta e che non intende rassegnarsi al declino in cui verte, che lui è figlio di questo territorio e che a Porto Marghera e alle sue industrie deve moltissimo, e che giammai permetterà che vengano impiantati progetti che non sono improntati su questa dimensione. Forse non lo dice a lei ma lo ha detto a tutti noi. Caro signor Kwong, mi creda. A Venezia serve ricostruire un tessuto produttivo ed industriale all’altezza della sfida mondiale. Partecipi anche lei ai progetti di re-industrializzazione. Converta gli investimenti di capitali in lavoro e produzione".
 

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