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Economia

Per le piccole e medie imprese non è così facile rivolgersi alle banche

Neppure per ottenere le somme del decreto liquidità del governo Conte: gli istituti danno risposte diverse. Verso la Fase 2, Apindustria Venezia alle prese con la crisi. In conferenza mercoledì

Ottenere dalle banche le somme garantite dal decreto liquidità del governo Conte, per fronteggiare la crisi e impegnandosi a restituirle, seppur a condizioni vantaggiose. Così anche le piccole e medie imprese veneziane provano a destreggiarsi fra le disposizioni nazionali e regionali pur di tenere in piedi le attività e l'occupazione, contando sulle proprie forze e la buona sorte. 

La questione è stata affrontata mercoledì nel corso di una videoconferenza tra le associazioni Apindustria Venezia, Confapi Treviso e parte della giunta regionale del Veneto: il vicepresidente Gianluca Forcolin e l'assessore allo Sviluppo economico Roberto Marcato. Per Apindustria presenti il presidente Marco Zecchinel e il direttore Nicola Zanon; per Confapi la presidente Federica Polloni.

«La ripresa - dichiara Zecchinel - passa attraverso la resilienza delle aziende e la caparbietà degli imprenditori. È stato il momento dei virologi, degli scienziati, ora è tempo di dare la responsabilità a chi, quotidianamente, fa impresa nel territorio - e sulla fase due dice Zecchinel -, la riapertura delle aziende non è un problema ma la soluzione al problema. Gli assessori hanno esposto ai partecipanti le azioni che la Regione ha intrapreso. Martedì è stata approvata in giunta la continuazione dell’impegno da parte di Veneto Sviluppo nella gestione di finanziamenti, garanzie e contributi alle aziende per un valore complessivo di circa 200 milioni di euro. 

È emersa una difficoltà con il sistema bancario, legata a una diversa interpretazione tra istituti, o addirittura tra filiali dello steso istituto, del decreto Liquidità del governo, che comporta trattamenti molto diversi nei confronti dei clienti anche nelle medesime condizioni di partenza; manca un vero coordinamento nazionale con i decreti attuativi. Il declassamento del rating a causa dalle normative europee, inoltre, sta creando perdita di competitività delle stesse, come per tutte le imprese che si trovano a perdere fette di mercato a discapito di altri Paesi europei meno colpiti dal Covid-19.
Cinque le aziende associate pronte a convertire parzialmente la propria produzione per la fabbricazione straordinaria di dpi, in seguito a una fase burocratica di certificazione sanitaria condotta sin qui. Le parti hanno concordato che da questa grave situazione emergenziale, di carattere sanitario, economico e sociale, «ci si salva tutti insieme, facendo squadra, compiendo ciascuno la propria parte», dandosi appuntamento di aggiornamento e confronto periodico nelle prossime settimane.
 

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