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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Pmi venete, resilienti e intraprendenti: così hanno superato la crisi della pandemia

Il quadro è tracciato da Credimi in base all’osservazione delle circa 8 mila richieste di finanziamento arrivate dalle aziende venete negli ultimi 3 anni

Sono circa 8 mila le richieste di finanziamento arrivate da aziende venete a Credimi, leader in Europa nei finanziamenti digitali alle Pmi, per sostenere la crescita della propria impresa o far fronte agli imprevisti sopraggiunti a seguito della crisi pandemica. Il 23% delle richieste di finanziamento è arrivato dalle aziende operanti nella provincia di Padova, il 22% dalla provincia di Verona, il 18% dalla provincia di Treviso, rispettivamente il 17% e il 14% per le province di Vicenza e Venezia, e infine il 5% dalla provincia di Rovigo e l’1% da quella di Belluno.

A fare domanda di finanziamento sono soprattutto le microimprese, con un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro (93,02%), e a seguire le piccole imprese (6,42%). Le richieste sono arrivate principalmente dal settore manifatturiero (21,32%), dal settore del commercio (22,82%), da quello dei servizi (16,52%) e dell’edilizia (11,41%).

È quanto emerge dall’analisi delle domande di finanziamento arrivate alla fintech milanese dall’inizio del 2019 al marzo 2022 che ne restituisce una fotografia di imprenditori resilienti, intraprendenti che hanno attraversato, superandola, la crisi dettata dalla pandemia e ora, nonostante la paura dell’impatto che la guerra e i continui cambiamenti di contesto geopolitico possono avere sul loro business, guardano al futuro con progetti concreti, investendo in sostenibilità e utilizzando il fintech come strumento per finanziarsi. Non è un caso che proprio 19 aziende venete sono state recentemente inserite nella classifica del Financial Times tra le 1000 migliori imprese europee per livello di crescita registrato nel 2021.

«Io e la mia ragazza siamo partiti 9 anni fa, quando avevamo 25 anni! – ha dichiarato Massimiliano Foss, titolare di Ante-Prima Srl, che ha sede a Padova. - Abbiamo deciso di iniziare a lavorare in questo settore per l'amore verso gli animali e oggi produciamo cucce da interno di qualità che vendiamo in tutta Italia e in alcuni paesi del mondo. La guerra di certo non aiuta il mercato in quanto rimangono tutti in attesa di capire cosa succederà. Ci serviva della liquidità per fare dei nuovi investimenti a sostegno della produzione per diventare più competitivi, abbiamo fatto ricorso alla fintech Credimi con ottimi risultati! Ora speriamo la situazione torni alla normalità presto».

«Oltre al tradizionale servizio di sollevamento con l’autogru abbiamo anche il servizio di camion gru, trasporti conto terzi, trasporti eccezionali e la movimentazione di macchinari all’interno di spazi chiusi, di siti industriali – racconta Nadia Fatibardi, responsabile amministrativa di MD Service, società di Treviso. – Ho sentito parlare di Credimi alla radio e mi sono incuriosita. Così, quando è venuta fuori la necessità del finanziamento, ho cercato online e ho fatto la richiesta. Attraverso delle semplicissime procedure abbiamo avuto l’erogazione del finanziamento in tempi molto rapidi e veloci. Abbiamo acquistato un macchinario che ci permette di lavorare all’interno di siti produttivi. È uno strumento molto compatto, maneggevole. Ci permette quindi di occupare veramente poco spazio per movimentare facilmente carichi pesanti in piena sicurezza».

Queste testimonianze confermano anche quanto emerso nel quarto Osservatorio piccole imprese Italiane lanciato da Credimi e realizzato da Nextplora, agenzia di Insight Management, su un campione di 1.000 aziende con fatturato fino a 20 milioni di euro. Ovvero che le imprese si stanno riorganizzando per consolidarsi. Dall’osservatorio emerge infatti che, dopo un 2020 in cui le imprese italiane (specialmente quelle piccole) hanno chiesto finanziamenti principalmente per affrontare l’emergenza, nel corso del 2021 le aziende hanno cominciato a pensare al futuro e a richiedere finanziamenti con importi maggiori per tornare a investire sulla crescita della propria attività. Investimenti che potrebbero rendere le imprese più forti e più preparate ad affrontare le turbolenze economiche determinate dalla guerra in Ucraina.

Lo dimostra anche la storia di Paolo Mascarin, titolare di Eurover, azienda fondata nel 1981 che opera nel mercato della verniciatura del legno per conto terzi, con uno stabilimento di 3.500 mq, situato nella zona industriale Nord di Motta di Livenza, a Treviso. «Eurover ha compiuto 40 anni di attività e oggi possiamo contare su 15 dipendenti. Nel 1981 avevamo un fatturato annuo di 60.000.00 euro che oggi, in momento di crisi, facciamo in una settimana. Ci serviva un finanziamento e ne avevamo bisogno in tempi brevi, così abbiamo fatto una ricerca online e ci siamo resi conto che le modalità di richiesta e le tempistiche di erogazione di un finanziamento digitale facevano per noi. Adesso investiremo in un impianto fotovoltaico per ridurre i costi dell’energia e abbiamo avviato una partnership per espanderci all’estero. Spero che mio figlio continui per altri 40 anni modernizzando ulteriormente l'azienda».

Nella stessa direzione Andrea Candian, titolare della HCH, società di Piove di Sacco in Provincia di Padova che vende prodotti cosmetici: «Quest’anno ricorre il decennale dalla fondazione della società. Se penso che prima della pandemia gestivamo un solo brand e nel 2020, nel pieno della crisi pandemica, non abbiamo fatturato per 3 mesi, oggi non posso che ringraziare la resilienza e il grande lavoro di tutta la mia squadra. Durante la pandemia abbiamo usato tutte le risorse e chiesto anche un finanziamento digitale a Credimi per ampliare l'offerta di vendita e diversificare i mercati, questo ci ha portato quasi ad un raddoppio del fatturato nel 2021. Oggi lo staff conta 15 persone e distribuiamo 5 marchi in tutta Europa, Stati Uniti, Canada e Asia, è un grande lavoro che affrontiamo con passione ed entusiasmo ogni giorno nonostante tutto quello che è successo e sta succedendo in questi ultimi anni».

Cambia anche ciò che gli imprenditori cercano in un finanziamento: resta invariata al primo posto l’importanza del tasso d’interesse (per il 64% delle imprese), al secondo posto, ma meno rilevante rispetto al 2020, la «velocità di erogazione» (dal 47% al 40%) e «l’ammontare dell’importo» (dal 42% al 35%), mentre aumentano l’importanza della «durata» del prestito (dal 33% al 38%) e della presenza di un consulente personale (dal 20% al 25%).

E poi ancora Maurizio Maggia, autotrasportatore di Verona titolare della Alptrans: «La mia azienda è stata fondata nel 2005 e da allora con immensi sacrifici è sempre cresciuta, sono un autotrasportatore, ho iniziato con un mezzo, e ora ne ho oltre 10, abbiamo incontrato delle difficoltà, ma anche avuto molte soddisfazioni, e Credimi mi è stata vicina in un momento difficile e mi ha aiutato a risollevarmi, ma cosa veramente incredibile, dove le banche che lavoravo da anni non mi hanno aiutato Credimi in tempi davvero velocissimi, senza indugi mi ha aiutato ed ha creduto in me. Sono molto soddisfatto che il “temporale” sia passato ed ora la mia azienda è più solida che mai, e punto ad espandermi. Sono molto soddisfatto anche per aver creato un gruppo di lavoro molto affiatato, dove le persone sono al centro e lavorano con responsabilità e dedizione. Sono molto fortunato perché ora ho un’eccellente situazione, una domanda da parte della committenza enorme, bravi dipendenti, e un’ottima efficienza».

Le storie di queste cinque imprese venete raccontano di un’Italia imprenditoriale che è stata piegata da due anni di pandemia, ma oggi solleva la testa e comincia a ipotizzare un futuro fatto di investimenti per ripartire e tornare a crescere, anche se in un contesto geopolitico e macroeconomico incerto come quello attuale. Le imprenditrici e gli imprenditori italiani hanno capito che per affrontare i momenti di crisi sia importante investire in tecnologia, risorse umane, fare ricerca e sviluppo per farsi trovare pronti quando si vivono periodi incerti. Un cambio di passo importante che va sostenuto e continuamente incoraggiato proprio perché le Pmi sono l’ossatura dell’economia italiana.  
 

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