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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Porto off-shore, ok di Zaia e Costa alle mitigazioni per la pesca

Il testo del documento era già stato approvato nella mattinata di martedì dalla Giunta regionale, su iniziativa dell'assessore Franco Manzato

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha firmato con il presidente dell’autorità portuale Paolo Costa e i rappresentanti delle associazioni di categoria della pesca e dell’acquacoltura Agci – Agrital, Lega Coperative del Veneto – Pesca, Federcoopesca Veneto, Coldiretti Impresa Pesca Veneto, Federpesca Veneto - il protocollo d’intesa riguardante gli interventi di mitigazione e di compensazione degli impatti sul settore peschereccio arrecati dalla realizzazione del nuovo terminal off-shore al largo di Venezia.

IL PROGETTO - Il testo del documento era stato approvato nella mattinata di martedì dalla Giunta regionale, su iniziativa dell’assessore alla Pesca Franco Manzato, di concerto con i colleghi alle Politiche della mobilità Renato Chisso e alle Politiche dell’ambiente Maurizio Conte. Il Terminal plurimodale off-shore al largo della costa veneta, oggetto di procedura di valutazione d’impatto ambientale statale alla quale l’intesa è funzionale, rappresenta un’infrastruttura ritenuta strategica a livello nazionale. Il progetto prevede una diga foranea a forma di C, della lunghezza di circa 4 chilometri, su un fondale di 20 metri di profondità, orientata per proteggere il porto d’altura dalle onde provenenti da nord-est e sud-est. Il terminal permetterà il simultaneo ormeggio di tre navi tanker porta prodotti petroliferi; questi ultimi saranno veicolati, mediante pipeline, sino all’isola dei Serbatoi a Porto Marghera. La pipeline correrà per circa 27 chilometri (16 in mare e 11 in laguna) con tubi d’acciaio posti sul fondale (marino e lagunare) e attraverserà il litorale di Malamocco e la laguna con trivellazioni orizzontali teleguidate che comporteranno anche la realizzazione di sei isole artificiali provvisorie, poi rimosse. Il Terminal avrà anche una banchina per i container, lunga mille metri e larga duecento, il cui molo sarà in grado di ospitare contemporaneamente due navi oceaniche. Il Terminal è progettato per movimentare ogni anno sino a un milione di Teu (unità di misura nel trasporto container).

Si tratta dunque di una imponente realizzazione, che richiede una progettazione particolarmente accurata anche sotto i profili della previsione e mitigazione degli impatti ambientali e delle interferenze con le attività economiche che si svolgono nella fascia costiera, in particolare la pesca e l’acquacoltura, che dal canto loro stanno già attraversando una fase pesante e lamentano una somma di impatti negativi per una serie di interventi che vanno dal ripascimento delle spiagge alle grandi opere quali Mose, Terminal Gasiero, tubo a mare del Pif (Progetto Integrato di Fusina). L’unità di Crisi della Pesca istituita dalla Regione si è più volte occupata di questo tema, evidenziando come la progettazione dell’infrastruttura debba farsi carico anche dei necessari approfondimenti relativi agli impatti sull’ambiente marino, sulle risorse ittiche e sull’intero settore economico – produttivo della pesca e dell’acquacoltura. Analoghe interlocuzioni si sono svolte nell’ambito della Commissione regionale di Valutazione di Impatto Ambientale, che ha formalmente chiesto di sottoscrivere lo specifico protocollo d’intesa firmato stamani.

PASSO PER PASSO - Il documento prevede, in estrema sintesi, che si provveda ad integrare la fase di progettazione con un addendum tematico relativo al settore delle pesca e acquacoltura complementare alla progettazione definitiva, contemplando le seguenti attività e modalità:

  1.  Aggiornamento del quadro conoscitivo e programma di monitoraggio ante operam sullo stato delle risorse alieutiche e della consistenza delle attività di pesca e acquacoltura
  2.  Predisposizione del Programma di monitoraggio dello stato delle risorse alieutiche e della consistenza delle attività di pesca e acquacoltura in fase di cantiere (“Misura 1)
  3. Predisposizione del Programma di ricomposizione ambientale e produttiva (“Misura 2”)
  4. Predisposizione del programma di ricomposizione socio-economica del settore della pesca ed acquacoltura e Programma di monitoraggio dello stato delle risorse alieutiche e della consistenza delle attività di pesca e acquacoltura in fase di esercizio (“Misura 3”) .

Le attività inerenti questo studio saranno realizzate con lo stretto coinvolgimento delle Associazioni di categoria stesse. Nello studio saranno individuate anche le misure e le azioni atte ad avviare il programma di ricomposizione socio-economica delle diverse attività di pesca e acquacoltura interessate dalla realizzazione delle opere. Nel progetto definitivo saranno esplicitati: i monitoraggi post operam e l’adozione delle misure mirate al contenimento degli effetti socio-economici conseguenti alla riduzione dell’area di pesca. Le attività previste da queste misure faranno parte integrante del progetto definitivo.

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