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Economia Marghera

Al lavoro con il Progetto Giovani, ma a spese loro: "I 300 euro mensili non si sono visti"

Filctem Cgil critica: "Fondi europei e regionali per inserire nuove leve alla Pilkington sono positivi, ma non si può pagare tutto alla fine. Non si può autofinanziare la propria gavetta"

"Ben venga la concessione di fondi europei e regionali per finanziare progetti di inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, anche nel nostro territorio. Se però questi ragazzi finiscono per autofinanziarsi la gavetta, perché non percepiscono neppure i rimborsi, 300 euro mensili stabiliti dal programma, siamo di fronte a un problema". Non usa giri di parole Riccardo Colletti, segretario della Filctem Cgil, puntando il dito contro la situazione in cui verserebbero i giovani neoassunti allo stabilimento Pilkington che, per ora, non avrebbero visto il becco di un quattrino. Tutto legittimo: secondo il progetto i soldi dovrebbero arrivare a fine inserimento. Fino a quel momento ognuno dovrà fare per sé: "Il progetto giovani, per com'è stato gestito nel caso della Pilkington, non va bene, perché, nel periodo dell'apprendimento, i lavoratori intercettati non sono stati pagati - spiega Colletti - Neppure quelli che sono andati a fare formazione in trasferta nella ditta di San Salvo, in Abruzzo. Alcuni ci hanno riferito di essersi pagati vitto e alloggio di tasca propria".

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L'agenzia Interinale

Questi programmi di inserimento lavorativo vengono gestiti attraverso le agenzie interinali. Sono loro che contattano i candidati sulla base dei curricula e li mettono in contatto con l'azienda: "Abbiamo chiesto alle agenzie perchè questi giovani non abbiano mai percepito i 300 euro mensili stabiliti dal progetto, ormai da diverse mensilità. Le interinali ci hanno risposto che il rimborso avviene tutto in una volta, al termine del programma - specifica il segretario Filctem - La Regione, per voce dell'assessore Elena Donazzan, risponde che non è di sua competenza e che lo faranno presente all’agenzia. Abbiamo chiesto all’azienda almeno di dare i buoni mensa ai neoassunti. Ma dall'amministrazione fanno sapere che non è possibile, perché figurerebbe come integrazione salariale, facendo decadere il progetto. Abbiamo cercato allora di chiedere alla società che vengano inclusi nel premio di partecipazione, ma l’amministrazione risponde che neppure questo è possibile". 

Un'opportunità per l'azienda

"Ci rendiamo conto che queste forme di assunzione si traducono in sgravi fiscali non indifferenti per le imprese e favoriscono le assunzioni - continua il sindacalista - Teniamo presente che, se questi giovani vengono assunti, con un contratto che comunque sarà a tutele crescenti, l'azienda risparmierà per ciascuno 6 mila euro all'anno, per i primi anni. Ben venga, se apre le porte a nuove effettive assunzioni. Ma, come nel caso della Pilkington, non possiamo pensare che per diversi mesi i lavoratori siano in grado di sostenere, magari impegnando anche le famiglie, le spese per coprire viaggi, mensa e tutto ciò che comporta, l'esperienza lavorativa quotidiana in azienda. Le agenzie che possono usufruire di queste opportunità, pensiamo debbano essere controllate nel loro operato. Questo per salvaguardare la dignità e i diritti dei lavoratori, seppur in fase di inserimento. Ci devono essere verifiche sulle modalità di lavoro e sui compensi percepiti. Anche perché spesso, alle prime armi, questi ragazzi non hanno il coraggio di parlare, non sanno a chi fare riferimento".

"Rispetto per i giovani"

"Ricordo - conclude Colletti - qualche tempo fa le parole dell'amministratore Marcovecchio della Pilkington, che facendo appello ai giovani a farsi avanti per approfittare dell'offerta di lavoro, invitava a rompere gli indugi e portare corricula per candidarsi. Ma se poi lasciamo i neoassunti con le tasche vuote, che considerazione mostriamo di avere di loro? Possiamo lamentarci se preferiscono esperienze lavorative all'estero? In queste condizioni è difficile farsi avanti per un posto di lavoro. Tanto più se per le famiglie finisce per rappresentare un costo, più che un alleggerimento".

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