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"Venezia snodo cruciale della nuova Via della Seta": il progetto dalla Cina all'Europa

Il premier Gentiloni: "Genova, Trieste e la città lagunare sono pronte". Il sindaco Brugnaro: "Segnali incoraggianti". Mognato (Articolo Uno): "Ora garantire l'accesso totale al Porto"

Un'opportunità da non lasciarsi sfuggire e su cui nelle settimane scorse già c'erano state polemiche per il mancato inserimento del porto di Venezia nell'elenco dei siti che avrebbero potuto far parte della nuova Via della Seta. Una "svista" subito rientrata: la città lagunare è della partita e, secondo quanto dichiarato dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni nel corso del forum in Cina "One belt, one Road", il governo italiano punterà molto sulle infrastrutture del capoluogo veneto.

I leader di 29 Paesi, a Pechino su invito del presidente Xi Jinping, hanno concordato di lavorare insieme per costruire strade, ferrovie, porti e altre infrastrutture di rilievo per aumentare la connettività tra Asia, Europa e Africa. "I cinesi credo abbiamo chiarissimo che bisogna arrivare nel Mediterraneo e la maggiore facilità a collegarsi con l'Europa arriva in particolare dai porti italiani e greci - ha sottolineato Gentiloni - Abbiamo un'offerta fortissima che viene soprattutto da Trieste e Genova, che sono collegati con i corridoi ferroviari all'Europa. Ma c'è anche Venezia, per ragioni culturali e turistiche. Non dobbiamo dare l'impressione che ci siano sempre molte tappe ulteriori da fare. La nostra capacità portuale è lì".

La notizia del progetto della nuova "Via della Seta" è rimbalzato subito anche a Ca' Farsetti: "Ringrazio il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per aver ribadito a Pechino nel suo intervento il ruolo del Porto di Venezia tra i terminali italiani della Via della Seta Marittima che sempre più collegherà Asia ed Europa - ha commentato il sindaco Luigi Brugnaro - È un segno di grande incoraggiamento sia per il lavoro avviato dal presidente dell'Autorità di Sistema Portuale Pino Musolino, sia per le imprese cinesi che, con Venezia, stanno già collaborando".

Il deputato di Articolo Uno, Michele Mognato, punta l'attenzione sul "ma anche" proferito dal premier dopo Genova e Trieste: "La citazione del nostro porto, pur con quel "ma anche...", è un fatto positivo e una grande opportunità che dobbiamo saper cogliere - dichiara - Si conferma quindi l'assoluta necessità di garantirne l'accesso. Come parlamentari veneziani lo abbiamo chiesto più volte con interrogazioni riguardanti la conca di navigazione e la piattaforma d'altura. L'abbiamo ribadito qualche giorno fa in un comunicato affermando che l'ordine del giorno del prossimo comitatone (se confermata la notizia della sua convocazione) deve prevedere tra i propri punti l'infrastrutturazione necessaria per garantire il futuro al porto commerciale, strategico per il lavoro e per l'economia della realtà metropolitana, veneta e del nostro paese. Ecco perché - spiega - la soluzione del transito delle grandi navi da crociera non può condizionare e influenzare l’accessibilità al porto delle navi commerciali. Le une e le altre vanno invece considerate unitariamente nell’individuazione delle soluzioni definitive".

Il deputato di Articolo Uno si chiede se i due diversi traffici potranno convivere in futuro senza pestarsi i piedi l'uno con l'altro: "Mi preoccupa quanto scritto dall'autorità portuale qualche tempo fa in occasione della presentazione del progetto Contorta - dichiara - in quell’occasione in particolare si affermava che, data la conformazione dei canali del porto commerciale e industriale, e in particolare la larghezza, a oggi le ordinanze della Capitaneria impongono la navigazione a senso unico alternato per garantire la sicurezza e pertanto per gestire tale criticità il traffico viene organizzato in convogli, ovvero raggruppando le navi con analogo movimento di entrata e uscita. La stessa relazione arriva alla conclusione che se uno dei convogli rispettivamente per l'entrata e per l'uscita fosse dedicato alle navi passeggeri ci sarebbe una riduzione del 33% di capacità di traffico del canale, con chiare conseguenze su quello commerciale. Ci deve essere chiarezza - conclude - su quale futuro portuale vogliamo, anche alla luce della proposta annunciata di fare grandi scavi al Vittorio Emanuele, al di là dell’indispensabile Valutazione di Impatto Ambientale. Diversamente, anche quel "ma anche" sparirà".
 

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