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Economia

Reddito di inclusione e povertà educativa: oltre 2 milioni sul tavolo per chi è in difficoltà

La Regione Veneto ha portato da 6 a 8,2 milioni di euro il ‘portafoglio’ annuale del RIA, un fondo di emergenza per le famiglie. 700mila euro per giovani e adolescenti

La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, ha stanziato quasi 10 milioni di euro per rafforzare i ‘punti di forza’ della rete dei servizi sociali e degli interventi di contrasto alle povertà nei prossimi mesi. L’obiettivo è intercettare e sostenere le nuove categorie di persone fragili e vulnerabili create dall’emergenza sanitaria, sociale ed economica Covid-19, allargando le maglie e gli interventi di servizi, sportelli e progetti già esistenti.

Indirizzo delle risorse

In particolare, la Regione Veneto ha portato da 6 a 8,2 milioni di euro il ‘portafoglio’ annuale del RIA, il reddito di inclusione attiva gestito dalla rete dei servizi dei 21 ambiti territoriali (corrispondenti alle ex Ulss): le risorse aggiuntive vanno a costituire un fondo di emergenza  per le persone e le famiglie,  sinora sconosciute ai servizi sociali, che sono o che potranno essere colpite dalle conseguenze della crisi. Inoltre gli interventi di sostegno economico per l’abitare (in sigla SOA), misura che sinora ha consentito di contribuire alle spese di locazione per i più indigenti,  potranno essere utilizzati anche per le famiglie oggi in difficoltà a causa della perdita o della sospensione del lavoro. Anche il fondo di contrasto alla povertà educativa, previsto nel piano regionale anti-povertà, viene rifinanziato con 700 mila euro e  potrà essere impiegato per iniziative di supporto rivolte non solo ai bambini del ciclo della scuola primaria, ma  anche agli adolescenti fino ai 17 anni di età. Risorse in più in arrivo anche per gli empori della solidarietà, i 24 centri di raccolta e distribuzione eccedenze alimentari, riciclo e animazione territoriale e di servizi alle famiglie e alle persone più povere, attivi in Veneto grazie alla collaborazione tra enti del terzo settore, Comuni e Regione. La Giunta regionale ha stanziato ulteriori 1.180 mila euro per aiutare gli Empori (e la rete di volontari che li supporta) a rimanere sempre aperti e a potenziare i propri servizi: dalla sanificazione dei locali e adozione di mascherine, gel e guanti per i volontari, alla consegna della spesa solidale a domicilio a nuclei e persone in difficoltà, all’estensione dei servizi di ascolto e supporto psicologico, alla promozione di reti di aiuto e sostegno solidale, all’offerta di occupazioni di pubblica utilità per integrare il reddito familiare.

Bisogni nuovi

«A fianco dell’emergenza sanitaria di queste settimane stanno emergendo bisogni nuovi – spiega l’assessore Lanzarin -  come il numero crescente di persone confinate a casa perché positive al virus e che necessitano di assistenza, o persone già dimesse che a loro volta devono accudire un congiunto non autosufficiente, così come anche i casi di minorenni o maggiorenni incapaci di provvedere a loro stessi, o i casi più in generale di persone disabili, che si trovano ad essere assistite da parenti, per malattia o decesso dei genitori. Si sta prospettando – prosegue l’assessore - una crisi economica e sociale senza precedenti, che allargherà le fasce di povertà: il pensiero corre ai lavoratori che si sono visti bloccare i contratti di assunzione, agli stagionali del turismo e della ristorazione, ai lavoratori degli spettacoli e delle fiere, alle badanti, alle piccole partite Iva. Tutte persone che i servizi comunali e sociali non conoscono e non hanno mai preso in carico, perché abituate a far fronte alle situazioni difficili con propri sacrifici e mezzi».

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