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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

San Valentino, aspettative deluse per le attività. I dati di Veneto Imprese Unite

Aiello: «Ora servono progetti di Comuni e associazioni di categoria per incentivare il consumo di vicinato quotidiano»

Attività di commercio, pubblici esercizi e servizi alla persona. «Pochi affari e molte riflessioni all’indomani della festa di San Valentino, tanto che per molte attività solitamente coinvolte dal mercato che gira intorno alla festa degli innamorati gli affari sono stati così risicati da far addirittura scegliere, in alcuni casi, la chiusura totale». A presentare i dati è Andrea Penzo Aiello, presidente di Veneto Imprese Unite.

«Dopo l’euforia di molte amministrazioni comunali, soprattutto dei grossi centri storici, che gioivano per la forte presenza di cittadini e turisti nel weekend dell'11-13 febbraio abbiamo voluto testare il polso della situazione dei nostri associati per capire se i numeri si sono poi tramutati in un reale incremento degli incassi. Da Treviso a Venezia, da Vicenza a Belluno la risposta è stata pressoché unanime».

Per Aiello, nella ristorazione di queste province, si sono registrati segni meno in tutti i settori. Nei bar il 38% degli associati di Veneto Imprese Unite ha deciso, in virtù delle prenotazioni quasi nulle e dei miseri incassi delle settimane precedenti, di tenere chiusa l’attività lunedì. L'8% degli associati ha invece deciso di provare comunque ad aprire, nonostante non fosse arrivata nessuna prenotazione, sperando in qualche avventore di passaggio. Il 23% dei ristoratori e baristi hanno aperto in virtù di prenotazioni e il 4% invece è riuscito a servire fino al 40% degli avventori normalmente avuti in periodo pre-Covid. Il 19% degli esercenti è riuscito a riempire fino al 60% della propria capienza, il 4% fino ad un 80%, e ancora un 4% delle attività è  arrivata a riempire fino al 100% dei propri coperti disponibili.

«Nel 58% dei casi i nostri commercianti, gioiellieri, fioristi, hanno dovuto fare i conti con un mercato completamente fermo - continua Aiello - senza nessun picco di lavoro mirato a San Valentino sulla coda di un drammatico mese di saldi invernali mai realmente incisivi. Per quanto riguarda i servizi alla persona, il 60% dei centri ha purtroppo verificato un andamento del lavoro a singhiozzo per tutto l’ultimo periodo, e anche in questi giorni pre San Valentino». Nessuna di queste attività, spiega il presidente di Veneto Imprese Unite, ha deciso di fare richiesta per aperture straordinarie (domenica e lunedì), ovvero i giorni a ridosso della festa, prassi che si era invece consolidata prima del Covid. «Una situazione sicuramente preoccupante, soprattutto alla luce dei recenti aumenti delle materie prime e delle utenze. È ora necessario che le forze di tutti, imprenditori e amministrazioni comunali, siano volte a strutturare azioni che permettano di favorire l’accesso alle attività commerciali che costruiscono il tessuto economico dei Comuni. Servirà ampliare il dialogo tra amministrazioni e associazioni di categoria affinché si sviluppino in sinergia progetti per incentivare il consumo di vicinato quotidiano».

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