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Economia

Domani iniziano i saldi, opportunità per l'economia

Il settore moda soffre e gli sconti stagionali potrebbero far muovere qualcosa. Preoccupano, però, le previsioni di spesa dei clienti, molto basse rispetto agli altri anni

È previsto per domani, 1 agosto, l'avvio dei saldi in Veneto e in moltre altre regioni d'Italia, dopo le partenze anticipate di Sicilia, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise e Piemonte. Dalle prime e provvisorie rilevazioni di Federazione Moda Italia-Confcommercio, l'inizio delle vendite di fine stagione ricalca l'andamento riscontrato nel mese di luglio, con qualche "affare" concluso, ma con consumi in linea con le previsioni di un calo della spesa tra il 40% ed il 60% rispetto ai periodi di normalità economica. Per il presidente di Federazione Moda Italia (FMI) di Confcommercio Venezia, Giannino Gabriel, il rinvio dei saldi «si è rivelato  più che opportuno, ma a preoccupare, dopo un mese di vendite promozionali al palo, è la consapevolezza che il cliente non spende: troppo poco denaro, incertezza sul futuro, rigorose priorità negli acquisti».

Saldi estivi

In provincia le vendite del comparto moda vanno male soprattutto per quei negozi che operano nelle zone turistiche: a Venezia si sfiora il -85%, nella spiagge si lavora solo sabato e domenica con risultati sul -70%,  all'interno della provincia si oscilla fra il -60 e il -70%». La situazione sul territorio è variabile: nelle località balneari il calo si contiene intorno al 50%, ma i turisti pendolari difficilmente vanno a Caorle o Jesolo per fare shopping. La stagione è iniziata sottotono e i negozianti sperano di recuperare ad agosto, ma le notizie dal Friuli, dove i saldi sono iniziati con un'anticipazione al 25 luglio, non sono incoraggianti. Le vendite promozionali sono ignorate dai clienti che, oltre ad essere attenti al denaro, hanno visto proprio nello smart working e nell'informalità del lavorare da casa un'occasione per rinviare anche acquisti solitamente di stagione, per il semplice ricambio. Anche il fashion firmato rimane a terra: a Venezia centro storico la flessione tocca il -80%, molti negozi non hanno riaperto dopo il lockdown e c'è allarme per la pressione del caro affitti, che farà chiudere definitivamente anche negozi storici. Qualcosa si muove in terraferma, in qualche caso si registrano timidi approcci ai negozi di città, ma la crisi sta mordendo forte anche la grande distribuzione dell'abbigliamento.

Momento critico

«Bisogna rilanciare il commercio del comparto moda ridando fiducia ai consumatori - riprende Gabriel - I nostri  negozi sono ben forniti, la maggior parte dei capi estivi è scontata mediamente del 50%. Non si corre alcun rischio covid, se qualcuno ancora ha dei dubbi, non abbiate paura, i negozi sono sicuri perché rispettano puntualmente le regole di sanificazione». È vero che «il quadro è critico, le impese sono fortemente indebolite, i costi fissi rimangono elevati e le misure del governo lente e prevedono che gli affitti siano comunque pagati da chi ha registrato fatturato zero per mesi: questo significa che vi è non solo il rischio più che certo di chiusure a catene già prima di settembre, ma anche che si insinuino figure legate alla criminalità e all'usura. Per questo - conclude - se neanche con i saldi si riuscirà a recuperare qualche punto, anche le misure atttuali si riveleranno assolutamente inutili e tardive».

Caccia agli affari

Pesano, ovviamente, l'assenza del turismo internazionale e la limitata capacità di spesa degli italiani, nonché il ricorso al risparmio privato: tutti fattori che, secondo le stime dell'ufficio studi di Confcommercio, portano ad una previsione di spesa media di 135 euro da parte delle famiglie italiane, mentre ogni persona spenderà nei saldi 58 euro. Per Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, «sono saldi anomali, ma pur sempre saldi che generano gioia, soddisfazione e buonumore per le persone a caccia degli affari. Per i commercianti rappresentano un momento per tirare le somme di una stagione subito "mozzata", ma che può ancora riservare qualche sorpresa. Un po' di liquidità aiuta, ma non servirà certo a compensare le perdite e le risicate marginalità della ripartenza».

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