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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

I sindacati ad Actv: «Un "tavolo alto" in prefettura o sarà sciopero (il 5 o 6 marzo)»

Mozione del Consiglio comunale per "evitare" la disdetta dell'integrativo. Sigle: «Trasparenza e un piano per rilanciare tutto. Stop a commistione fra azienda e Comune. Rischio privatizzazione? All'amministrazione non conviene»

Sembra sia tutto immobile nella vertenza Avm Actv. Parti sociali da un lato, a chiedere il ritiro della disdetta degli integrativi e accordi di secondo livello, azienda e Comune dall'altro, a richiamare i sindacati (specie quelli che non intendono trattare) al senso di responsabilità. Un nulla di fatto ha registrato il tavolo in prefettura di due giorni fa, ma due mozioni sono arrivate da Regione e Comune. Giovedì sera il Consiglio comunale ha fatto sintesi fra tre diverse interrogazioni (5 Stelle, FdI e Pd) per chiedere più soldi al governo per salvare la partecipata, più fondi per il trasporto pubblico locale veneziano e infine l'impegno del Comune a riportare al tavolo delle trattative le parti sociali per "evitare" la disdetta di tutti gli accordi integrativi.

Ci si risiede con l'azienda e l'amministrazione comunale dunque, in prefettura, anche se la disdetta non è stata ritirata. Lo hanno confermato le sigle confederali dei trasporti Cgil, Cisl e Uil, Ugl e anche Usb Venezia in conferenza stampa venerdì mattina. «Capiamo - afferma Valter Novembrini Filt Cgil - che non è compito della politica dire all'azienda cosa fare. Ora ci auguriamo che le proposte già fatte al tavolo prefettizio precedente (trasparenza nei conti, ore moto ricosciute e finanziate dal fondo nazionale, un piano di riordino di tutta la partecipata, per non spostare sul lavoro parte del risanamento del buco di bilancio da 60 milioni, nel 2021), vengano accettate. Mi aspetto più che altro una nuova rottura, - continua il sindacalista Cgil - anche se mi auguro un cambio di passo. Nel 2020 in piena pandemia i lavoratori hanno fatto risparmiare all'azienda 22 milioni di euro (stagionali, riposi, permessi e ferie). Se si vuole iniziare a mettere in sicurezza l'azienda, il Comune lasci ad Avm gli 8 milioni delle quote dei titoli di viaggio turistici 2021-22. Se non ascolteranno le nostre opzioni sarà sciopero verso il 5 o 6 marzo». 

«Bene l'interesse della politica - dice Alberto Cancian di Usb Venezia - C'è un quadro generale che preoccupa: la mancanza di turnover, il blocco degli stagionali, le paghe ridotte: sembra un disegno per debilitare l'azienda. Per non parlare dei mezzi: oggi c'erano vari tram fermi in manutenzione». Sergio Improta dell'Ugl non accetta di essere stato definito sindacato giallo (degli imprenditori) in Consiglio giovedì. «Da certe forze d'opposizione queste accuse sono infamanti - dice - Noi facciamo il nostro lavoro. Crediamo serva dare una scossa al governo per risolvere questa situazione. L'effetto di richiamare l'attenzione almeno si spera venga ottenuto». 

«Preoccupa la tenuta economica dell'azienda ma non è vero che la categoria è tra le più ben pagate - commenta Marino De Terlizzi Fit Cisl - Ricordo che mentre ieri è stato siglato il rinnovo del contratto dei ferrovieri, noi siamo fermi da tre turni e abbiamo perso quote da 350-400 euro alla volta in busta paga. Qualcuno dovrebbe guardare i propri benefit, e non risulta che il management abbia mai rinunciato a nulla. Ma le responsabilità riconosciute devono essere guadagnate: si deve dimostrare la capacità di tirare fuori dalle secche azienda e lavoratori. Ci saremmo a spettati un piano, non incentrato unicamente sulla speranza di ritorno del turismo. Si chiede anche maggiore trasparenza, per capire perché vengano fatte certe esternalizzazioni, ad esempio. Occorre chiarezza, con un "tavolo alto" in prefettura e la disdetta ritirata per riscrivere il futuro dell'azienda».

«Non ci aspettavamo questo trattamento e non siamo disponibili a sederci al tavolo se non viene sgomberato da minacce e pregiudizi - conclude Sandro De Ambrosi di Uiltrasporti - la disponibilità al confronto con azienda e istituzioni c'è sempre stata e abbiamo a cuore la salvaguardia dei servizi all'utenza». Cisl e Sgb temono la privatizzazione. «Il patrimonio va difeso. Nessun privato potrebbe dare questi servizi». Per Cgil, «teme di più la privatizzazione il Comune che i lavoratori. Non ci sono società che sarebbero d'accordo ad accollarsi mutui per 10 milioni e mezzo: per il tram, il people mover, il garage comunale, il parcheggio in via Costa a Mestre, il parcheggio scambiatore ai Pili, il bici park in autorimessa comunale con la perdita di posti auto remunerativi, la gratuità delle strisce blu caricata su Avm, o la progettazione e costruzione della Vallenari bis».

Sulla stessa linea il sindacato Cub Trasporti. «Città come Roma, Firenze e Milano che sono visitate da turisti pagano il biglietto allo stesso prezzo di un residente non 27 euro come a Venezia, quindi queste città dovrebbero avere le aziende ancora più in crisi. Ma non è così - afferma Piero Antonini - Il Comune di Venezia con l'amministrazione Cacciari ha comprato il cantiere navale di Pellestrina e i 17 milioni sborsati sono stati accollati ad Actv Avm, così come i 500 mila euro al mese per il tram per 30 anni (6 milioni all'anno). Alla fine, sarebbe da chiedere: come sono stati spesi molti soldi?».

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