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Economia Marghera / Via dell'Elettronica

Slim Fusina, sotto sequestro l'area dello sbozzatore andata a fuoco

Verso le 11.30 oggi sono arrivati i vigili del fuoco a transennare su ordine della Procura. Gomiero (Fim Cisl): «Non ce l'aspettavamo a 4 giorni dall'incendio. Speriamo di avere notizie sulla durata per organizzare l'eventuale cassa integrazione»

Stamattina, a 4 giorni dall'incendio divampato alla Slim Fusina Rolling di Malcontenta, verso le 11.30 è scattato il sequestro di parte dello stabilimento di via dell'Elettronica. Un'evoluzione della fase delle indagini che forse nessuno si aspettava, visto che già all'indomani dell'accaduto gli operai erano tornati al lavoro per sistemare e finire la manutenzione più velocemente possibile per essere in grado di riprendere la produzione.

Invece si sono visti transennare dai vigili del fuoco, impegnati nelle indagini attraverso il Nucleo investigativo antincendi (Niat), l'area colpita dal rogo su disposizione della Procura. Il nastro ha chiuso l'accesso alla via rulli collegata allo sbozzatore (macchinario per laminare le lastre di alluminio), quella dov'è partito l'allarme lunedì verso le 11 per il rogo divampato durante lo svolgimento di un'operazione a caldo legata alla manutenzione. A nulla erano valsi i tentativi di smorzare le fiamme con gli estintori e poi con l'intervento delle squadre interne munite di idranti: qualcuno vista la situazione incontrollabile ha allertato il 115, mentre colonne di fumo scuro si erano alzate sulla città ben visibili a distanza.

«Siamo meravigliati e sorpresi - dice Alberto Gomiero della segreteria Fim Cisl - non comprendiamo il motivo che abbia portato a una scelta di questo tipo a distanza di giorni. Non esprimiamo giudizi su quanto stia accadendo ma sono molto preoccupato perché questa decisione sicuramente comporterà la sospensione lavorativa e il probabile utilizzo di ammortizzatori sociali». Oltretutto, continua il sindacalista, non si sono verificati infortuni e gli operatori nei giorni successivi hanno lavorato sul macchinario cambiandone lo stato di fatto. «Credo che se si voleva fare un'indagine bisognava farla subito», continua Gomiero.

Il Niat evidentemente ha continuato a lavorare ad una relazione in questi giorni, poi arrivata nelle mani del giudice che forse ha ritenuto di dover approfondire qualcosa. Non sembrano esserci per ora le condizioni per una ripartenza della fabbrica ai primi dei gennaio, come si era ipotizzato. Vero è che il sequestro non riguarda ad esempio l'area forni, mentre tutti i reparti a valle rispetto allo sbozzatore potrebbero rimanere bloccati oltre alla via rulli. «Stavamo provvedendo a rimettere a posto i rulli sistemati - dice Giulio Lo Piano, responsabile della sicurezza Fim Cisl - Speriamo di sapere qualcosa al più presto anche per organizzare i lavoratori e l'eventuale cassa integrazione».

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