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Economia

Contributi energetici non dovuti, la Corte dei conti di Venezia condanna 41 imprese

E otto persone, tra amministratori e titolari di società italiani e stranieri, per danno erariale pari a 39 milioni. Le indagini dei Nuclei economico-finanziari della guardia di Finanza di Venezia e Bolzano

La Corte dei conti di Venezia ha condannato 41 società per un danno erariale pari a 38.903.931,31 euro oltre a otto presone di nazionalità italiana e tedesca, tra amministratori e titolari di imprese. La sentenza riguarda il filone veneziano dell’inchiesta per una truffa aggravata ai danni dello Stato, messa in atto dagli amministratori di un gruppo societario italiano controllato da una società lussemburghese. Questa aveva ottenuto in modo fraudolento incentivi pubblici finalizzati a promuovere l’energia rinnovabile da fotovoltaico. In base alle indagini dei nuclei di Polizia economico-finanziaria della guardia di Finanza di Bolzano e Venezia era emerso che a partire dal 2008, la società QCells International Italia - in base ad un contratto con la neo costituita QCII Basilicata srl a Padova – aveva realizzato nove complessi fotovoltaici frazionati in 246 impianti, la cui proprietà era stata acquisita dalla QCII Basilicata srl. Quest’ultima società, fin dai primi mesi del 2009, aveva, poi, ceduto, a sua volta i 246 impianti fotovoltaici realizzati a 40 società di identica denominazione (costituite nel 2008 e dalla stessa controllate al cento per cento) che sono divenute destinatarie dei contributi erogati dal Gestore dei servizi energetici.

Questo mega spacchettamento aveva insospettito proprio perché i contributi potevano essere destinati solo alle piccole imprese. Gli accertamenti della Finanza hanno portato a scoprire che mediante false dichiarazioni si faceva risultare che quei 9 parchi fotovoltaici in Basilicata, pari a 290 mila metri quadri (40 campi da calcio) divisa in 246 impianti, avessero potenza inferiore a 50 kilowatt: giusto quella richiesta per ottenere incentivi e sconti riservati esclusivamente ai piccoli parchi fotovoltaici, per un importo complessivo segnalato alle due Procure erariali di 65 milioni di euro.

All'esito delle attività di polizia erariale, la guardia di Finanza di Venezia e quella di Bolzano hanno segnalato un danno pari all'importo complessivo dei contributi illecitamente percepiti a carico della società capogruppo, delle 40 società e delle 8 persone, di circa 45 milioni di euro di competenza territoriale della Procura contabile di Venezia e i restanti 20 milioni di euro di quella di Bolzano. La Corte ha disposto il pignoramento definitivo di beni immobili (costituiti da 246 impianti fotovoltaici ubicati in provincia di Matera nonché da abitazioni situate in Germania), disponibilità finanziarie, diritti di superficie e liquidità su conti correnti per circa 40 milioni di euro. Ulteriori 7,8 milioni sono stati cautelati (come sequestro conservativo in corso di causa) come crediti dell'Iva nel frattempo maturati a favore delle società del gruppo.

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