rotate-mobile
Economia Santa Maria di Sala / Via Tabina

Speedline, l'ad Brauner accetta di presentare i dati della crisi (e provare a risoverla)

Il ceo della Ronal Group, multinazionale proprietaria dello stabilimento di Santa Maria di Sala, presente al Mise. «La crisi è strutturale». Disponibilità a un confronto per evitare di chiudere Tabina. La prossima settimana il ministero riconvoca le parti

Tre ore di dibattito serrato al Ministero dello Sviluppo stamattina per la vertenza Speedline. Ma questa volta era presente l'amministratore delegato di Ronal Group, Oliver Brauner, ceo della multinazionale proprietaria dello stabilimento di Tabina (Santa Maria di Sala) che ha accettato di confrontarsi con tutte le istituzioni e presentare ai prossimi tavoli i dati della crisi per provare a capire se ci sono soluzioni per evitare di chiudere i battenti dell'azienda veneziana e lasciare a casa oltre 600 lavoratori.

A Roma la Regione, l'assessore Elena Donazzan, la Città metropolitana con la consigliera Deborah Onisto, il Comune di Venezia e quello di Santa Maria di Sala, oltre a Confindustria e le parti sociali, sia nazionali che locali, di Fim Cisl e Fiom Cgil. La notizia riapre a uno spiraglio di speranza, tuttavia «la crisi è strutturale, non congiunturale - sottolinea Brauner ora disponibile a un confronto - Le macchine sono ferme», perché prive di microchip, e quindi le vendite sono bloccate e paralizzano anche la compagnia produttrice di cerchioni per Ferrari, Maserati e Lamborghini. Dal ministero a cascata tutte le istituzioni fanno quadrato per contrastare la cessazione di un'azienda strategiaca e produttiva per il territorio e il rischio di una crisi sociale. C'è l'impegno a cercare strumenti di supporto che possano essere applicati al caso specifico.

«Ringrazio il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti per la velocità e l’efficienza nel dare risposta alla mia richiesta di convocazione di un tavolo veloce e urgente su Speedline. Apprendo la notizia che  per ora c’è una fase di sospensione della  decisione di chiudere. Non dobbiamo abbassare la guardia e, soprattutto, dobbiamo fare in modo che si trovino le soluzioni per la salvare quei posti di lavoro e la continuità produttiva di un’azienda strategica per il Veneto e per l’automotive», commenta il presidente del Veneto Luca Zaia.

Il motivo che ha portato il Cda a decidere la chiusura dello stabilimento di Tabina e delocalizzare la produzione, sembra essere dovuto all'andamento negativo del mercato, in particolare nella fase della pandemia, e all'eccesso dell'offerta di ruote anche collegato alla concorrenza cinese. Nel 2021 Speedline ha perso 23 milioni di euro. Ronal Group produce 15 milioni di ruote in tutto il mondo e 800 mila ruote nello stabilimento di Speedline. «La chiusura dello stabilimento, nel quale sono impiegati oltre 620 lavoratrici e lavoratrici sarebbe un disastro per le prospettive industriali e occupazionali del territorio e un duro colpo alla filiera del “made in Italy in particolare quella dell’extra lusso che peraltro è tutt’altro che in crisi - affermano Fiom e Cgil Veneto - Questa vicenda è l’ennesimo segnale che nel settore sono in atto cambiamenti, tecnologici e organizzativi, che mettono a rischio 50 mila posti di lavoro. Per queste ragioni chiediamo un tavolo sul settore con il governo e le imprese per predisporre gli strumenti utili a prevenire il proliferare di nuove crisi industriali. È necessario un piano straordinario per il settore automotive». «Domenica saremo alla manifestazione a Villa Farsetti di Santa Maria di Sala, con il corteo che partirà alle 10 dallo stabilimento», dichiarano Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil e Silvia Spera, Area politiche industriali per la Cgil nazionale, Manuela Musolla segretaria Fiom-Cgil di Venezia e Ugo Agiollo, segretario generale Cgil di Venezia.

«La cosa fondamentale è aver ottenuto un confronto con la proprietà - afferma Deborah Onisto, delegata alla trattativa sulla Speedline di Santa Maria di Sala per conto del sindaco metropolitano Luigi Brugnaro - Mai si è verificato che un territorio, con associazioni di categoria, sindacati e filiera si siano dimostrati disponibili a mettersi ad un tavolo per cercare soluzioni possibili per salvare un'azienda strategica. Ringrazio il ministero per lo Sviluppo economico e il dirigente Annibaletti che si sono velocemente adoperati per arrivare all'incontro e soprattutto all'esito. Questo è un primo passo per capire meglio la situazione e studiare possibili soluzioni assieme all'azienda».

«Per noi ci sono tutte le condizioni per mettere in campo iniziative di rilancio, di miglioramento della qualità, di recupero di efficienza dalla tipologia delle produzioni di alta gamma, partendo anche da risorse finanziarie che le istituzioni locali e nazionali potranno mettere a disposizione - sostiene la Fim Cisl nazionale - Abbiamo ribadito la nostra disponibilità al confronto a partire dalla salvaguardia industriale e occupazionale di Speedline». La prossima settimana il ministero riconvocherà le parti.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Speedline, l'ad Brauner accetta di presentare i dati della crisi (e provare a risoverla)

VeneziaToday è in caricamento