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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Santa Maria di Sala / Via Tabina

Speedline, il Mise convoca Ronal Group a Roma

C'è la data dell'incontro al ministero dello Sviluppo con i vertici della multinazionale svizzera, proprietaria dell'azienda di Santa Maria di Sala. Oggi i parlamentari veneti in Città metropolitana a sostenere la mobilitazione del 19

Alla convocazione della Città metropolitana per la vertenza Speedline di Tabina (Santa Maria di Sala) dei parlamentari veneti nessuno mancava all'appello stamattina. Sul tavolo il destino produttivo di un'azienda del Veneziano, e di 800 lavoratori fra quelli diretti e dell'indotto di tre province: Venezia, Padova e Treviso. C'è la data dell'incontro al ministero dello Sviluppo economico a Roma: il 21 dicembre e la convocazione della proprietà venerdì 17 dicembre. È qui che tutti sperano nella presenza dei vertici decisionali della multinazionale svizzera Ronal Group che non si è presentata in Regione la settimana scorsa, dando mandato ai consulenti di ribadire l'intenzione di chiudere e delocalizzare la ditta di cerchi in lega a fine 2022. Ogni possibilità di evitare di portare via Speedline da Santa Maria di Sala sarà analizzata. E prima, giovedì, è previsto un question time alla Camera sulla crisi delle aziende di automotive fra cui, oltre a Speedline, la fiorentina Gkn di Campi Bisenzio.

A Ca’ Corner, in modalità di video conferenza, oltre al sindaco Luigi Brugnaro, era presente quello di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni, le rappresentanze sindacali Fim (Matteo Masiero) e Fiom (Manuela Musolla) con i rappresentanti delle Rsu, il presidente di Confindustria Venezia, Vincenzo Marinese, e la delegata Deborah Onisto per fare il punto della situazione. La necessità è portare sul tavolo nazionale la questione dell’azienda leader nella produzione di cerchioni per auto di lusso e promuovere e invitare tutti i parlamentari veneti alla manifestazione in programma domenica prossima 19 dicembre alle 11 a Villa Farsetti di Santa Maria di Sala.

«Abbiamo bisogno di tutto il territorio - afferma Brugnaro - Non è un’azienda che chiude per fallimento. Chiedo una grande mobilitazione trasversale anche in Parlamento, un percorso unitario, che sostenga i lavoratori e le lavoratrici e le condizioni territoriali per poter fare impresa. Quella che dobbiamo far passare è l’idea di difendere un Paese nel suo complesso. Serve, adesso, un’azione unitaria da rivolgere al governo: la nostra è una realtà viva e forte. A Santa Maria di Sala domenica prossima dobbiamo essere in tanti. Se ci sarete anche voi parlamentari e qualche ministro dimostreremo di essere uniti e daremo un’immagine ai giovani che la politica e lo Stato ci sono». «Questo vuole essere un tavolo unitario dove l’appartenenza politica deve passare in secondo piano. Prima vengono i lavoratori della Speedline e le loro famiglie e soprattutto i posti di lavoro degli operai - commenta  Onisto -. Il governo non può più tollerare ristori a spot ma bisogna pensare al lavoro e alle imprese che devono restare qui nel nostro territorio. La proprietà, che non si presenta nemmeno al tavolo, vuole delocalizzare, la legge finanziaria potrebbe essere uno strumento per chiedere una declinazione a questo tipo di problematiche. Ma ci serve l’aiuto di tutti».

Stiamo facendo squadra, sono fiero che il messaggio del sindaco Brugnaro sia passato anche a livello nazionale - dice il sindaco Fragomeni - Tutti i sindaci della Città metropolitana e anche molti della provincia di Padova e Treviso, dove risiedono molti degli operai della Speedline, hanno aderito al nostro appello e ci saranno domenica prossima. Speedline deve diventare un simbolo perché queste situazioni non si ripetano più». «Il nostro compito è quello di stare vicino alle aziende e supportarle. Non possiamo accettare il comportamento di questa proprietà. Rinunciare a Speedline per noi significa perdere know how e un brand importante. È un’azienda veneta e se chiude diamo un segnale brutto da parte del territorio - commenta Marinese - Dobbiamo convincere la proprietà e anche i clienti che stanno commettendo un errore». Tra i senatori e i deputati a sostenere la vertenza c'erano Andrea Ferrazzi (Pd), Sara Moretto (Italia Viva), Nicola Pellicani (Pd), Orietta Vanin (Movimento 5 Stelle), Roberta Toffanin (Forza Italia), Raffaele Baratto (Coraggio Italia), Giorgia Andreuzza (Lega), Maria Cristina Caretta (Fratelli d’Italia). «Credo che in questo momento la priorità non sia affrontare un generale dibattito sulle delocalizzazioni, pur necessario, ma mettere in campo misure specifiche ed eccezionali per lo stabilimento, considerata la portata della situazione che richiede risposte concrete in tempi rapidissimi. Il tavolo convocato al Mise per il 21 dicembre dovrà essere l’occasione per entrare nel merito di queste soluzioni», sostiene la deputata Moretto. «Va bloccata l'idea della chiusura, ho chiesto già domani alla Camera di decidere alcune misure concrete e giovedì verrà discussa la mia interrogazione - interviene Pellicani - . È pronto il decreto del ministro del Lavoro Andrea Orlando sulle delocalizzazioni per prevedere regole e ammortizzatori in caso di chiusura. È opportuno venga approvato al più presto».

«Abbiamo ottenuto l'impegno di tutti a far sì che questa vertenza diventi simbolo sul panorama nazionale - concludono i sindacalisti Masiero e Musolla -. Un impegno trasversale che va oltre il “colore” dei partiti politici e che per la prima volta ci vede tutti insieme per salvare i posti di lavoro. Speriamo che al tavolo ministeriale la proprietà sia presente e si possa iniziare un confronto serio che guardi a un futuro di rilancio. Tutti hanno garantito la loro presenza alla nostra iniziativa di domenica 19 dicembre. La strada sarà ancora lunga e dobbiamo continuare a mantenere alta l'attenzione. Proseguiamo con le iniziative di sciopero sui reparti e stiamo ipotizzando la convocazione di un’assemblea per venerdì 17 in preparazione della manifestazione del 19».

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