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Il lavoro che non si trova, Ordine dei consulenti: «Troppe banche dati, serve pragmatismo»

Il punto della situazione all'evento: "IncontraLavoro nel turismo" in collaborazione con Veneto Lavoro e Conferenza dei sindaci del litorale, venerdì all'azienda agricola Ca' Corniani a Caorle

Mancanza di lavoratori stagionali sul litorale veneto, ma anche valorizzazione della qualità delle prestazioni, rispetto della legalità e della sicurezza, gestione dei tempi e dell’organizzazione del lavoro. Questi i temi dell’evento “IncontraLavoro nel turismo” organizzato dall’Ordine dei Consulenti del lavoro di Venezia in collaborazione con Veneto Lavoro e Conferenza dei sindaci del litorale, venerdì all'azienda agricola Ca' Corniani a Caorle. A moderare l’intero evento Patrizia Gobat, presidente dell’Ordine dei Consulenti del lavoro di Venezia: «Occorre mettere in contatto tutti in un’ottica di collaborazione e progettualità, cercare di migliorare il mercato del lavoro e pensare a delle soluzioni senza perdersi in inutili polemiche», afferma. Gobat ha inoltre sottolineato che come i consulenti abbiano messo in campo un settore nuovo che si occupa di politiche attive, tramite la Fondazione consulenti per il lavoro. Spesso il problema, dice Gobat, nasce per «la confusione che si genera per l’esistenza di troppe banche dati».

«Apriamo il confronto con gli attori istituzionali del mercato del lavoro (i Centri per l’impiego coordinati da Veneto Lavoro), i Comuni e le imprese per lanciare un allarme - continua la presidente - Il lavoro in Italia sconta regole e norme obsolete e inadeguate al contesto attuale e alle mutate esigenze dei lavoratori, soprattutto giovani. Se una riforma della contrattazione collettiva è auspicabile, anche per integrare il tema del salario minimo, del trattamento dei periodi di disoccupazione-inoccupazione, ecc., è sicuramente necessaria per il settore stagionale che, per le sue peculiarità è quello che più di tutti ha bisogno di regole differenti, più aderenti all’intensità e alla concentrazione dell’attività lavorativa in un arco di 4/5 mesi al massimo».

L’evento si è aperto con i saluti del vicesindaco della città di Caorle, Luca Antelmo, che ha posto l’accento sul tema della cultura del lavoro e della formazione, un bagaglio valoriale da trasmettere ai figli. «Il nostro litorale ha bisogno di personale formato e preparato. Le amministrazioni hanno bisogno di Veneto Lavoro per incontrare le persone – ha aggiunto –. È importante che il territorio di tutto il litorale possa avere una risposta precisa». Al tavolo anche l'eurodeputata Rosanna Conte che ha messo in evidenza l’italianità del problema e la tendenza «a trovare capri espiatori nel reddito di cittadinanza e nei giovani».

Infine il sindaco di Eraclea Nadia Zanchin, in rappresentanza della Conferenza sindaci Veneto, ha evidenziato la necessità di «fare un discorso più ampio che riguardi anche il tavolo legislativo e fiscale. Anche con le scuole – ha aggiunto – bisogna capire se si può fare qualcosa per far sì che gli studenti entrino direttamente nel mondo del lavoro». Tiziano Barone, direttore dell’ente Veneto Lavoro, ha messo in luce tre dinamiche che caratterizzano l’odierno mercato del lavoro. In primo luogo distruzione e ricostruzione dei posti lavoro più rapida rispetto agli anni precedenti, con connesso uno spostamento di risorse umane da settore a settore. In secondo luogo polarizzazione: «si entra nel mercato del lavoro con qualifiche e salari o alti o bassi, perciò sono necessari servizi di riqualificazione efficienti e per le alte qualifiche la formazione».

«A Venezia – ha detto Barone – sono previsti 13 mila inserimenti lavorativi, ma metà sono di difficile reperimento per ragioni demografiche (sono spariti 150.000 giovani) o di competenze». Sul tema delle dimissioni, Veneto Lavoro attesta che sono cresciute, ma entro cinque giorni le persone risultano nuovamente impiegate, mentre per quanto riguarda il reddito di cittadinanza «in Veneto vale 10.000 persone su 140.000 disoccupati che è un numero irrilevante. Certamente il reddito di cittadinanza va cambiato - afferma - ma non è condizione patologica del lavoro nella nostra regione».

Roberta Nesto, presidente della Conferenza dei sindaci del litorale Veneto e sindaco di Cavallino Treporti, ha sottolineato che i Comuni non hanno una competenza di politica attiva. «Da soli non si va da nessuna parte: consulenti lavoro, impresa, sindaco; è importante fare rete». Marco Cappello, dell'Inps di San Donà Piave, ha lanciato in chiusura alcune provocazioni. «Quali garanzie per la continuità lavorativa degli stagionali? Qual è il motivo dei cartelli “Cercasi personale” quando il titolare dovrebbe comunicare a qualcuno le sue necessità?». Grandi temi da affrontare con pragmatismo e collaborazione.

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