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Economia

Artigiani in fibrillazione per il caro bollette, Boschetto: «Si lavori per ridurre gli oneri di sistema»

«Già sono maggiori del 36,2% rispetto a quelli applicati nella media dei Paesi dell’Eurozona. Ulteriori rincari, come annunciato dal ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, metterebbero ko i nostri imprenditori». Cgil: «Al Paese servono scelte di politica industriale nei settori strategici»

Il caro bollette preoccupa famiglie e imprese con aumenti preannunciati del 30-40% su luce e gas: una batosta. In fibrillazione gli artigiani. «Si lavori per ridurre gli oneri di sistema. A gonfiare il prezzo finale dell’energia sono soprattutto gli oneri fiscali e parafiscali che, per la fascia di consumi fino a 20 MWh, sono maggiori del 36,2% rispetto a quelli applicati nella media dei Paesi dell’Eurozona - commenta Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto -. Le imprese pagano già la bolletta più cara dell’Ue: +18,1%. Ulteriori rincari, come annunciato dal ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, metterebbero ko i nostri imprenditori, penalizzati anche dai continui aumenti delle materie prime. Il prezzo più alto dell’elettricità si mantiene costante da anni: dal 2008 al 2020 il maggiore costo dell’elettricità pagato dalle piccole italiane rispetto all’Ue si attesta su una media del 25,5%».

Boschetto chiede al governo di intervenire. «Sul tavolo - afferma - ci sono 2-3 miliardi di fondi anti-crisi non ancora usati che possono e devono essere usati a questo fine e non per abbattere il deficit. Non è il momento». Più tasse, quindi, ma, secondo Confartigianato, anche mal distribuite: le più penalizzate sono le piccole imprese in bassa tensione che, a fronte di una quota di consumi energetici del 24,5%, sono costrette a pagare il 33,2% della componente degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica. Mentre per le grandi aziende energivore con il 14,7% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende al 9,2%. «Si tratta – sottolinea il presidente – di uno squilibrio incomprensibile. Il decreto Sostegno bis ha avviato una riduzione degli generali di sistema nelle bollette delle piccole imprese. Attendiamo di vederne gli effetti per far calare il costo dell’energia che compromette la competitività delle nostre aziende e ostacola gli sforzi per agganciare la ripresa. In ogni caso, il meccanismo degli oneri va completamente ripensato, da un lato ripartendo in modo più equo il peso degli oneri tra le diverse dimensioni d’azienda, dall’altro spostando parte del peso dalla bolletta alla fiscalità generale».

«Se vogliamo una transizione sostenibile dal punto di vista industriale tale da mantenere la nostra competitività a livello mondiale, e se vogliamo che sia giusta anche dal punto di vista sociale è una necessità utilizzare il gas. Oggi lo compriamo dalla Russia o dai Paesi del Nord Africa a 55 centesimi al metro cubo (ne siamo quasi totalmente dipendenti), mentre se utilizzassimo di più il nostro, quello per esempio che scelte miopi impediscono di estrarre a Ravenna, il costo di produzione sarebbe di 3 centesimi al metro cubo e i prezzi sarebbero più contenuti. Al Paese servono scelte di politica industriale, soprattutto nei suoi settori strategici. Cgil, Cisl, Uil hanno richiesto da tempo e continuano a farlo in modo costante un tavolo di discussione con il governo sulla definizione di progetti di politica industriale e sull’utilizzo in tal senso, delle risorse economiche del Pnrr», afferma il segretario generale della Filctem Cgil, Marco Falcinelli, riguardo alle parole del ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.

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