48. Festival internazionale di teatro, il programma di mercoledì 16 settembre
Dopo l’inaugurazione con Mariangela Gualtieri e il debutto dei Leoni il 48. Festival Internazionale del Teatro prosegue nella sua esposizione di questa “collettiva” del teatro italiano. Apre il programma di mercoledì 16 settembre la performance Automated Teller Machine al Teatro alle Tese (ore 17.30) ideata da Giuseppe Stellato; seguono due lavori firmati in doppia coppia da Biancofango e AstorriTintinelli, che declinano ognuna il tema della censura scelto per il Festival ispirandosi ad autori dello scandalo: About Lolita, dal celebre testo di Nabokov, in scena al Teatro alle Tese (ore 19.00) e Eh! Eh! Eh! Raccapriccio da I Fiori del male di Baudelaire al Teatro Goldoni (ore 22.00).
Artista e scenografo, autore di un ciclo performativo sul rapporto uomo-macchina, di cui alla Biennale si sono viste le prime tappe, Giuseppe Stellato, sceglie per questo capitolo conclusivo che è Automated Teller Machine un dispositivo ad alto potenziale simbolico come il bancomat.
“Digitare il codice segreto avendo cura di non essere osservati. La scritta che compare sullo schermo del bancomat mette sempre un po’ di agitazione, ci spinge a guardarci intorno, a capire se qualcuno ci sta spiando mentre schiacciamo i tasti. Quello sportello automatico rappresenta una porta di comunicazione tra pubblico e privato. Una macchina situata solitamente in luoghi aperti e di passaggio può consentire l’accesso ad alcuni dei nostri segreti più importanti: i nostri risparmi, i nostri acquisti, i nostri viaggi, cosa abbiamo comprato, dove abbiamo dormito, quanto guadagniamo… Le riflessioni che scaturiscono sono tante: i nostri movimenti possono essere considerati i segreti più intimi? Che legame c’è tra il nostro potere economico e la libertà di esprimere realmente ciò che siamo? Essere privati del nostro potere d’acquisto è il tipo di censura che ci spaventa di più?”
Francesca Macrì, drammaturga e regista, e Andrea Trapani, attore e autore, fondatori nel 2005 di una delle realtà più apprezzate dell’ultimo decennio, Biancofango, sono gli artefici di About Lolita, variazione sul tema del tanto celebre quanto censurato testo di Nabokov.
“Lolita è lo straordinario romanzo di Nabokov, è l’immagine della ragazzina in costume da bagno che guarda senza pudore la macchina da presa e lo spettatore dell’ancora più noto, forse, film di Kubrick. Lolita è una parola sul vocabolario, è un mito, un modo di dire, una proibizione, un fatto scabroso, un trafiletto nella cronaca nera, un peccato, è il ricordo delle bambine che siamo state, è la violazione dell’infanzia e al contempo il disegno di un’infanzia e di una preadolescenza che ancora facciamo fatica ad accettare nella loro sconvolgente sessualità. Lolita è più di ogni cosa un giudizio, ma per noi è innanzitutto un dialogo con l’arte che per sua natura, per essere tale, non può che accogliere in grembo, insieme, dolore e piacere, beatitudine e tortura. Lolita è roba da censura. Ma si può censurare il piacere? O il pensiero del piacere? E che differenza esiste tra il piacere pensato e il piacere agito?”
Insieme dal 2002, AstorriTintinelli si autoproducono fuori dai circuiti tradizionali firmando sarcastici adattamenti di classici che hanno i loro punti di riferimento in Ceronetti e Leo De Berardinis, con cui hanno anche lavorato, cui va aggiunto un amore particolare per il circo. Tanto da definirsi loro stessi “una compagnia di rivista contemporanea con il suo repertorio dadaista e grottesco”. Questa volta i due “irregolari” del teatro per Eh! Eh! Eh! Raccapriccio attingono a Les Fleurs du mal di Baudelaire, un altro testo tanto censurato quanto amato tanto da essere all’origine dello stereotipo del poeta maledetto. “Sono poesie sonnambule, come scritte in un sogno languido, eppure così carnali, sono versi di forsennato amore per tutto ciò che come i fiori, decade, si consuma, marcisce, va in putrefazione e muore. Un libro che ha subito un processo, sette poesie sono state condannate e tolte per oscenità e oltraggio alla pubblica morale. Una morale fondata sulla censura della corporeità e sulla censura di una lingua che interroga il desiderio. Baudelaire, il grande poeta della modernità, subisce mentre vive, un processo, perché i suoi versi eccitano i sensi, creano ripugnanza, sono fetidi. Emanano profumo ma anche veleno, salgono alla testa, ubriacano i nervi, danno turbamento e vertigine. Ci immaginiamo uno spettacolo che abbia un'aurea luciferina, ebbra. Ci immaginiamo un luogo che ricordi il più possibile uno spazio sacro, in cui incombe un'atmosfera di mistero e di crepuscolo dove due creature si confrontano, tra raccapriccio e orrore, sulla caducità della vita”.
Due le repliche di mercoledì 16 settembre: alle Sale d’Armi dell’Arsenale (ore 15.30) con Il Lampadario di Caroline Baglioni, vincitrice di Biennale College Autori Under 40, e a Ca’ Giustinian (dalle 10.00 alle 20.00, ogni 30 minuti) con The Right Way di Daniele Bartolini.