A Portogruaro il balletto "Bayadère – Il Regno delle Ombre"
Via Silvio Pellico, Piazza Marconi, 30026 Portogruaro VE
PortogruaroSabato 18 marzo alle ore 21:00 presso il Teatro Comunale Luigi Russolo il Nuovo Balletto di Toscana porta in scena Bayadère – Il Regno delle Ombre, con coreografia firmata da Michele Di Stefano.
Lo spettacolo fa parte della 13ma stagione del Teatro Comunale di Luigi Russolo organizzata e promossa dal Città di Portogruaro in collaborazione con Arteven – Circuito Multidisciplinare Regionale.
Lo spettacolo
Un omaggio alla danza contemporanea, accompagnato dalle musiche di Ludwig Minkus e dalle musiche originali di Lorenzo Bianchi Hoesch, che della versione ottocentesca di Marius Petipa mantiene l’atto più celebre, il Regno delle Ombre, non per replicarlo, ma per svilupparne tutto il potenziale compositivo.
Secondo la tradizione, il Regno delle Ombre in cui si ritrova il guerriero Solor dopo aver fumato del veleno per la disperazione dovuta alla perdita della sua amata Nikija, si presenta borderline al limite tra il reale e l’aldilà, dove ciò che appare è assolutamente statico nella sua tragica condizione e i movimenti che vengono compiuti dalle ombre sono rituali che spalancano gli occhi su un paesaggio puramente astratto e lucido nella sua semplicità formale.
Pensato per un ensemble di 12 talenti giovanissimi, questo nuovo Regno delle Ombre così misteriosamente carico di suggestioni, appartiene ai tempi eccezionali che stiamo vivendo, poiché rimanda a qualcosa di perduto e a qualcosa di possibile allo stesso tempo. Qualcosa che riguarda la presenza dei corpi e l’intreccio delle loro traiettorie, in uno spazio che non è più soltanto un al di là ma è un presente che desidera soltanto essere reinventato con delicatezza e passione.
Bayadére è un balletto intriso di esotismo idealizzato, sia nella trama melodrammatica che nell’estetica dell’insieme. Nella tradizione la sua scena più celebre, il Regno delle Ombre, si presenta borderline al limite tra il reale e l’aldilà, dove le ombre che appaiono sono come congelate nella loro tragica condizione e i movimenti che compiono sono rituali; l’atto esprime una visione che esula dal contesto e che apre a un passaggio di puro movimento, astratto e lucido nella sua semplicità formale. Il mio interesse è rivolto proprio al potenziale compositivo che questa scena contiene, non per replicarla ma per scatenare tutta la sua forza dinamica ed anche per restituire all’allucinazione di Solor la sua vera natura psichedelica. Pensato per un ensemble di talenti giovanissimi, questo nuovo Regno delle Ombre così misteriosamente carico di suggestioni, appartiene ai tempi eccezionali che stiamo vivendo, perché fa riferimento a qualcosa di perduto e a qualcosa di possibile allo stesso tempo, qualcosa che riguarda la presenza dei corpi e l’intreccio delle loro traiettorie, in uno spazio che non è più soltanto un al di là ma è un presente che desidera essere reinventato con delicatezza e passione.