Al Teatro Momo va in scena "La fiaba dell'augellino belverde"
Un gioco teatrale per grandi e piccini, con maschere, oggetti e pupazzi pronti a prendere vita. Debutta sabato 22 ottobre, alle ore 16, al Teatro Momo di Mestre, La fiaba dell’augellino belverde. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, prende spunto dal celebre testo di Carlo Gozzi. A firmare adattamento e regia è il veronese Matteo Spiazzi, regista e pedagogo che ha dato vita al progetto “Stage for Ukraine”. Sul palcoscenico gli attori della Compagnia Giovani del Tsv e tre artisti ucraini, coinvolti nella messa in scena e nella regia.
Lo spettacolo sarà un mix di differenti tecniche di teatro. I burattini diventeranno i personaggi senza maschera, mentre semplici oggetti raffigureranno i protagonisti mascherati. Pantalone sarà una vecchia caffettiera, Truffaldino una grattugia a manovella, Re Tartaglia avrà un guanto di metallo al posto della bocca, uno schiacciapatate come occhi e uno scolapasta a fare da corona. Dal teatro di figura a quello degli oggetti, ancora poco esplorato in Italia, fino all’utilizzo delle maschere, create appositamente per questo adattamento. Una commistione di linguaggi per evocare la favola ed accendere la fantasia. La fiaba sarà in scena anche domenica 23 ottobre e poi il weekend successivo, 29 e 30 ottobre, sempre alle 16.
Sotto i riflettori, gli attori della compagnia giovani del Teatro Stabile del Veneto. Saranno loro ad evocare una storia e dare vita ai personaggi che la abitano. E gli spettatori grandi e piccoli, come quando hanno ascoltato per la prima volta una fiaba, crederanno che quel mondo incredibile e fantastico sia reale. Le favole continuano a sopravvivere. E sono il primo approccio dei bambini al teatro, con genitori e nonni che diventano inconsapevoli attori. Raccontano di luoghi fantastici e spesso non realistici, ma aiutano a comprendere il mondo. Nel gioco i bambini si trasformano in piccoli eroi, vedono draghi, usano bacchette magiche, affrontano avventure incredibili; oppure fanno vivere magiche storie a bambole o giocattoli. Dall'unione di queste suggestioni nasce lo spettacolo di Matteo Spiazzi, realizzato nell’ambito del progetto “Palcoscenici Metropolitani” finanziato dal Comune di Venezia, con il sostegno del Mic.
Lo spettacolo
Nella Venezia settecentesca dominata dal realismo goldoniano, Carlo Gozzi si affida alla “fiaba di magia”, scrivendo L’augellino belverde. Intuendone la potenzialità drammaturgica, invece di insistere sul nesso maschere-parodia, l’autore scommette sull’effetto spettacolo, sulla rappresentabilità del meraviglioso fiabesco, sulle ambientazioni esotiche, sul fascino che esse possono produrre, senza trascurare una satira piccante dei suoi contemporanei. Particolarmente amato dai romantici, che delle Fiabe apprezzavano in particolare gli elementi magici e fantastici, Gozzi ha ridato nuova e originale vita alla commedia dell’arte.
Il progetto curato da Matteo Spiazzi prende spunto dal celebre testo di Gozzi per rielaborare una drammaturgia originale che integri e arricchisca la linea narrativa con elementi legati al teatro di figura e al linguaggio delle maschere. In scena prenderà vita una commistione di linguaggi differenti, da quello fisico-gestuale, al teatro degli oggetti, passando attraverso l’utilizzo di maschere antropomorfe create appositamente per lo spettacolo, tale da evocare il magico e il fantastico che caratterizza la fiaba di Gozzi.