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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"L'architettura è politica", così Freespace disegna le società: apre la Biennale 2018

Il presidente Baratta con Yvonne Farrell e Shalley McNamara in conferenza stampa giovedì. 63 Paesi partecipanti. "Lavoriamo per spaziare dalla dimensione intima a quella pubblica"

L'architettura come organizzazione e amministrazione della vita pubblica e dei suoi spazi. "Può essere studiata da punti di vista differenti, quello di quest'anno offre una prospettiva particolarmente politica", dice il presidente Paolo Baratta. Architettura, anche, come disciplina libera e partecipata, perché "ci dice che abbiamo diritto ad avere Freespace", spazio libero, che è anche il titolo della Biennale 2018. Non per niente questa edizione, secondo Baratta, va letta come un capitolo che segue i precedenti. E due anni fa si parlava di periferie. Una visione simile a quella del sindaco Luigi Brugnaro, e su questo i due trovano piena sintonia: "Le opere devono prendere forma insieme alla vita delle persone", ha detto il primo cittadino mercoledì, presentando l'installazione allestita a Forte Marghera: "Legati all’architettura ci sono i concetti di libertà e di partecipazione. E' l'arma vincente per proiettare la città in un disegno di rilancio e rinnovamento".

Spazio e libertà

Giovedì la parola a Yvonne Farrell e Shalley McNamara, curatrici di questa edizione. E' stato ribadito che Freespace celebra la capacità dell’architettura di spaziare dalla dimensione intima a quella pubblica: "Ci auguriamo che, tradotta nelle molte lingue del mondo, la parola Freespace si focalizzi sulla generosità dell’architettura". Com'è stato inventare questa Biennale? "Scrivere il manifesto è stato meraviglioso - racconta Farrell - Lo 'spazio' doveva esserci nella parola, e la 'libertà' è stata un motivo ispiratore. Il risultato è #Freespace. Negli ultimi mesi siamo diventate consapevoli che la terra è un nostro cliente e che la responsabilità di costruire edifici sostenibili è sulle spalle degli architetti".

"Un viaggio nell'ottimismo"

Per McNamara "il tempo nell'architettura non è lineare: contemporaneo e antico possono essere uniti in un unico luogo. L'architettura è un linguaggio globale, che può essere compreso in tutte le parti del mondo". E aggiunge: "È stato elettrizzante sentire la passione e l'impegno degli architetti che abbiamo incontrato nei mesi scorsi. L'intelligenza, le qualità... è stato un interessante e stimolante viaggio nell'ottimismo".

Venezia apre le porte al mondo

Qualche numero: sono 63 le partecipazioni nazionali, con 6 Paesi alla prima esperienza e 71 architetti selezionati. Dodici gli eventi collaterali e due progetti speciali (corte di Forte Marghera e il padiglione delle arti applicate con The Victoria and Albert Museum). Inoltre due sezioni speciali (Close encounter con 16 partecipanti e The practice of teaching, con 13 partecipanti).

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