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Martedì, 3 Ottobre 2023
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Riparte "Candiani Groove", la rassegna che porta in città la musica internazionale

La rassegna riparte dal 6 ottobre e porterà al Centro Culturale Candiani artisti e concerti inediti con imperdibili appuntamenti nel segno del jazz, della world music e della contaminazione dei linguaggi

Con "Candiani Groove", in partenza dal 6 ottobre, la musica torna ad animare il Centro Candiani del Settore Cultura del Comune di Venezia. Sempre con la direzione artistica di Veneto Jazz, la rassegna proseguirà come sempre all'insegna della musica internazionale portando nell'auditorium artisti e concerti inediti con imperdibili appuntamenti nel segno del jazz, della world music e della contaminazione dei linguaggi. Biglietti in vendita al Candiani o sul circuito online Vivaticket. Il programma completo è disponibile online.

Fa il giro del mondo la nuova edizione di Candiani Groove con un viaggio fra quattro continenti e quindici paesi con i migliori artisti internazionali della world music. «Con questa rassegna il Centro Candiani si conferma essere un punto di riferimento per la musica contemporanea in città» ha dichiarato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

A salire per primo sul palco dell’auditorium venerdì 6 ottobre saranno Gabriele Mirabassi al clarinetto e il colombiano Edmar Castaneda all'arpa. Due virtuosi dei loro strumenti che però fanno tutt'altro che gare di virtuosismo. Si avvalgono del loro tesoro artistico, fatto di anni di studio profondo per creare musica, il che non è poi così scontato. Cominciano il concerto con suoni quasi acquatici, un'introduzione suggestiva e sospesa, e poi entrano nel vivo della loro bellissima esibizione. Ci sono soli di arpa in cui Castaneda sembra sdoppiarsi in un duo arpa-contrabbasso. 

Il secondo appuntamento domenica 5 novembre è con il gruppo Ayom, navigatori musicali che attraversano l’Atlantico, dal Brasile, all’Angola e Capo Verde, fino al Mediterraneo. Il loro nome Ayom, è il “Signore della Musica”, che nella mitologia afro-brasiliana (Candomblè), è la divinità che vive dentro il tamburo e che ha insegnato agli esseri umani a fare musica e a cantare. Mescolando numerose tradizioni musicali e ritmiche, Ayom intraprende un viaggio emozionante ed intimo sulle rotte della diaspora africana. Così fiorisce la loro musicalità nomade e profonda, provocatoria e danzante, dove convivono tradizione e contaminazione, maschile e femminile, poesia ed energia, gioia ed impegno sociale. Ayom è una band multiculturale, composta da sei membri provenienti da Angola, Brasile, Grecia e Italia con la cantante e percussionista Jabu Morales al centro della scena.

Da non perdere l’appuntamento di domenica 19 novembre con Antonio Lizana Quintet. Antonio Lizana (1986, San Fernando SP), che ha suonato nel 2021 al Jazz expo in Sardegna con il Cuarteto Flamenco del pianista Chano Dominguez (con cui collabora spesso), è uno dei pochi artisti spagnoli che si sono esibiti nel prestigioso programma NPR Tiny Desk negli Stati Uniti. Lo spettacolo diLizanaè descritto come un "viaggio mozzafiato dalle radici del flamenco al jazz contemporaneo", tutto accompagnato dai suoi testi pieni di sentimento che portano messaggi di ottimismo e verità al pubblico. 

Altro concerto in programma venerdì 24 novembre con il Markus Stockhausen Group. La loro musica è chiaramente plasmata dalle radici della musica d'arte europea. Le composizioni di Stockhausen formano attraverso l'arte dell'improvvisazione una sintesi armoniosa con leggerezza, giocosità, forti espressioni emotive e anche talvolta umoristiche. Tutti e quattro i musicisti sono virtuosi dei loro strumenti e hanno un'ampia esperienza di esecuzione, basata su esperienze classiche, jazz e d'avanguardia. I suoni elettronici arricchiscono i paesaggi sonori del gruppo. La musica si avvicina al jazz, ma può stupire anche un pubblico di mentalità più classica o contemporanea. Nel 2021 il pianista Jeroen van Vliet si è unito al gruppo, aggiungendo la sua voce unica al sound della band.

Ultimo appuntamento sabato 2 dicembre con il fantastico gruppo Khayal. Khayal (immaginazione in arabo) è un sogno di grande sensualità. La magnifica voce di Raphaëlle Brochet blandisce il violino di Baiju Bhatt, il tutto supportato da Amine Mraihi all'Oud e Shayan Fathi alle percussioni. L'espressività non ha limiti, la geografia è sublimata in una trance estatica quasi sufi. È la rappresentazione di un mondo di complicità intima, sottile e tenera. Amine Mraihi è considerato la voce contemporanea e il volto della musica araba ed è diventato un simbolo universale di intercultura. Ha suonato in tutti i più importanti teatri del mondo arabo. Il viaggio senza fine di Raphaelle Brochet nel mondo delle arti dello spettacolo e della musica globali l'ha portata a diventare un'artista davvero potente e stimolante. La sua versatilità e dedizione all'apprendimento hanno contribuito al suo suono unico. Baiju Bhattha scoperto il violino all'età di sei anni e ha completato gli studi di musica classica al Conservatorio di Losanna fino all'età di 20 anni. Appassionato di vari orizzonti musicali, si specializza in jazz e world music, e ottiene il suo Master (Jazz) con un premio di eccellenza dalla Haute École de Musique di Losanna nel 2014. Shayan Fathi, nato nel 1985 a Teheran in Iran, ha iniziato a suonare la batteria/percussioni all'età di 10 anni in Austria, dove ha rapidamente creato un modo di suonare abile ed è diventato un membro importante nella scena musicale.

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