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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Teatrino di Palazzo Grassi, un ciclo di proiezioni a cura di Marlene Dumas

"Una specie di tenerezza" è il titolo della rassegna in partenza dal 3 novembre, ogni giovedì del mese

Palazzo Grassi - Punta della Dogana presenta il ciclo di proiezioni dal titolo "Una specie di tenerezza. Marlene Dumas tra parole e immagini": appuntamento ogni giovedì del mese di novembre al teatrino di Palazzo Grassi, a cura della stessa Marlene Dumas (1952, Città del Capo, Sudafrica), protagonista della mostra "open-end", a Palazzo Grassi sino all'8 gennaio 2023. L'ingresso è libero fino a esaurimento posti, le porte del teatrino aprono 20 minuti prima dell’inizio dell’evento, con accesso prioritario per i Members 30 minuti prima dell'inizio.

Giovedì 3 novembre alle ore 18.30, introduce il primo appuntamento con la rassegna la storica dell'arte Elisabeth Lebovici, autrice del catalogo della mostra, che accompagnerà il pubblico nella comprensione dell'opera dell'artista attraverso la conferenza "Each work is a risk". Elisabeth Lebovici si concentra sulle figure in piedi, sdraiate o piegate, sulle bocche incastrate in un bacio, sui corpi torturati che emergono dai dipinti dell’artista. I gesti di Marlene Dumas e il loro ritmo, tra fluidità e trame fantomatiche, creano un movimento costante verso l'appropriazione oppure la perdita dell’identità. Ogni singola opera rappresenta l'adozione di un rischio da parte dell’artista. A seguire, alle 20.30, al via la rassegna “Una specie di tenerezza. Marlene Dumas fra parole e immagini" pensata appositamente per il pubblico veneziano con l'intento di approfondire i temi che sottendono alle creazioni dell'artista, come l'amore e la morte, l'erotismo e la tragedia, le questioni razziali e di genere, l'innocenza e l'umorismo, e che si riverberano negli oltre cento lavori, tra dipinti e disegni, presentati in mostra.

Un aspetto cruciale del lavoro di Dumas è il recupero delle immagini dalle quali trae ispirazione. Provenienti da giornali, riviste o film, che siano fotogrammi cinematografici o polaroid scattate personalmente, l’universo dell'artista è composto da «figure che ritornano perché erano già venute», come spiega la critica e storica dell'arte Elisabeth Lebovici nel suo contributo, incluso nel catalogo della mostra. Del suo lavoro, Marlene Dumas dichiara: «Sono un’artista che utilizza immagini di seconda mano ed esperienze di primo ordine». La sfera intima si combina con istanze sociopolitiche, con fatti di cronaca o con la storia dell’arte: la produzione dell'artista è basata sulla consapevolezza che il flusso continuo di immagini da cui siamo investiti quotidianamente interferisce sulla percezione di noi stessi e sulla nostra modalità di leggere il mondo.

Si inizia giovedì 3 novembre con tre titoli storici provenienti dal cinema tra le due guerre, illustri rappresentanti dell'avanguardia surrealista: "Un Chien Andalou" (1929, 16', distribuito in Italia da Minerva Pictures) di Luis Buñuel, il cui fotogramma più celebre, che raffigura il taglio della pupilla, sembra essere alla base del primissimo piano cinematografico utilizzato nel dipinto del 2018 "Eye" di Marlene Dumas; "Essai cinématographique: Poison" (1933-35, 3'30'') di Man Ray; e l'horror muto "Nosferatu" (1922, 95') di Friedrich Wilhelm Murnau.

Giovedì 10 novembre il programma fa un balzo al principio degli anni Cinquanta con "Un chant d’amour" (1950, 26') di Jean Genet, regista che ha profondamente affascinato Marlene Dumas per la sua vita passata dentro e fuori dal carcere e che le ricordava Pier Paolo Pasolini per il sostegno alle minoranze. L'autore è incluso nella galleria di disegni del 2014 intitolata "Great Man" e nella serie di ritratti a olio dedicata al progetto del carcere di Reading nel 2016. Al primo amore e all'ultimo amore di Genet sono dedicate le opere "Abdallah Bentaga (Jean Genet's first long time lover)" e "Mohamed El-Katrani (Jean Genet’s last companion and lover)". Prosegue il programma della serata tornando agli anni tra le due guerre con "Extase" (1933, 87') di Gustav Machatý.

Per il terzo appuntamento del ciclo, giovedì 17 novembre, gli schermi del Teatrino ospitano: "Une partie de campagne" (1936, 40') di Jean Renoir, con la celebre scena del bacio che Marlene Dumas ritrae in "Kissed" del 2018, e "The Virgin Spring" (1960, 89') di Ingmar Bergman, tra le fonti di ispirazione per la serie "Betrayal" del 1994 in cui compare la raffigurazione di una rana che ricorda l'inquietante presenza della narrazione bergmaniana.

Chiude la serie di proiezioni, giovedì 24 novembre: "The Apple-Knockers and the Coke" (1948, 8') di un autore anonimo, "MARILYN TIMES FIVE" (1968-1973, 13'50'') di Bruce Conner e "Mamma Roma" (1962, 105') di Pier Paolo Pasolini. Nel 2012 Dumas scrisse delle ragioni per le quali è attratta da Pasolini e dal suo lavoro: «il suo sensuale uso della luce e del buio, l’“irrealismo” narrativo dei suoi film. Il modo in cui i suoi personaggi appaiono e scompaiono. Il fatto che non si fidi di se stesso». A quest'ultimo è dedicato infatti un posto speciale nel cuore dell'artista, che lo porta in mostra con un ritratto a olio ("Pasolini" 2012), due dipinti che omaggiano l'urlo spezzato dell'iconica Anna Magnani, protagonista della pellicola pasoliniana, ("Mamma Roma" 2012 e "Omega's eyes" 2018) e un ritratto della mamma dell'autore ("Pasolini's mother" 2012), quest'ultimo ispirato alla "Pietà Rondanini", perché - secondo le parole dell'artista - Susanna Colussi Pasolini, come la vergine Maria, sopravvisse al figlio trucidato.

Il programma si inserisce nell'ambito degli appuntamenti sviluppati dall'Istituzione per approfondire le mostre presentate presso le proprie sedi espositive, incrociando i linguaggi della contemporaneità per offrire nuovi punti di vista e spunti di riflessione. "Una specie di tenerezza. Marlene Dumas tra parole e immagini" - esattamente come il ciclo "Intorno a Nauman", dedicato a Bruce Nauman e alla mostra "Contrapposto Studies", in corso a Punta della Dogana sino al 27 novembre 2022 - dimostra anche l'attenzione fondamentale rivolta all'immagine in movimento da parte dell'Istituzione, chiamando curatori e artisti a proporre la propria visione e portando così sugli schermi del Teatrino titoli iconici della storia del cinema, corto e lungometraggi appartenenti agli albori della filmologia, così come opere poco note e di ricerca.

Il calendario completo della stagione culturale è disponibile sul sito di Palazzo Grassi, alla pagina “calendario”. www.palazzograssi.it.

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