rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cinema Lido

È Vasco-mania per il rocker al Lido: calca di fan davanti al red carpet

Il Blasco è sbarcato a Venezia72 alle 18.30, presenta un documentario su di lui. Poco più in là la marcia a piedi scalzi: "Rispetto per i profughi"

I drappelli di fan sono arrivati di prima mattina al Lido di Venezia per conquistare quei pochi centimetri fronte red carpet e assistere al fugace passaggio di Vasco Rossi, la star di giornata della kermesse cinematografica. L'atmosfera è stata molto più caliente dei giorni scorsi ed è lievitata ancora di più con il passare delle ore, visto che il rocker è arrivato intorno alle 18.30. E' sbarcato all'Excelsior davanti a una tempesta di flash come raramente si erano viste in questi giorni. Poco più in là la marcia a piedi nudi in favore dell'ospitalità dei profughi, e il rocker di Zocca non si è fatto scappare l'occasione di dire la sua: "Solidarietà a chi soffre e scappa. Se dovessimo scappare noi e ci chiudessero le porte in faccia, molti di quelli che parlano in Italia starebbero zitti".

Ciclone Vasco Rossi a Venezia

I DETTAGLI SUL PROGRAMMA DI VENERDI

Vasco Rossi presenta alle 21 un film "on the road", scritto e diretto da Fabio Masi: "Il Decalogo di Vasco" viene proiettato nella nuova sezione Cinema in Giardino. Si tratta di un immaginario quanto reale viaggio di due amici (Gianluca della Valle e Fabio Masi) con la sagoma di Vasco Rossi. Tra il reale e la fantasia, il film “su”, “con” e “dentro” Vasco Rossi, è suddiviso in 10 capitoli on the road, nove sogni a occhi aperti della Sagoma di Vasco e la sorpresa finale: estratto dal film, il video di “Quante volte”, l’intensa ballad dell’album Sono Innocente. Giovedì la proiezione per la stampa ha ottenuto un'accoglienza piuttosto fredda, ma con i fan è stata tutta un'altra cosa. 

"Certo che sono pronto per il tappeto Rossi - ha dichiarato Rossi - Sono qui per far diventare ancora più rosso il tappeto rosso. Quest'anno sono contento che il festival del cinema di Venezia abbia tutto questo rock, perché la musica è una grande mezzo per stare meglio nella vita e il rock poi scarica anche i nervi". Sono le 18 passate quando Vasco Rossi sbarca all'imbarcadero dell'Hotel Excelsior del Lido con un notevole ritardo degno di una rockstar e accalmato dai fan in attesa da ore, come i cronisti, i fotografi e i cameramen". Cosa vuoi dire ai fan che ti seguono ovunque? "Che li ringrazio sempre di esistere. Come loro dicono a me". Che rapporto c'è tra le tue canzoni e 'Il decalogo di Vasco', il doc su di te firmato da Fabio Masi che viene presentato stasera? "Nelle canzoni ho fatto la cronaca della mia vita, ci sono io. Qui sono attore a mio insaputa. Quindi -scherza- sono qua a mia insaputa. Sono qua e non sono qua. Chi lo sa dove sono?". Cosa cattura di te il documentario di Masi che altri non hanno colto? "Cattura tutto, perché quando sono inconsapevole sono più allegro e mi lascio più andare mentre quando sono consapevole sono più nervoso e teso. Però 'Il Decalogo' non l'ho ancora visto finito quindi sono curioso di vedere che cosa ha combinato questo giovane regista di talento che è Fabio Masi, con cui c'è stato un feeling istintivo. Forse è una questione di vite vissute pericolosamente. Siamo un po' stropicciati tutti e due", conclude il Blasco prima di inflilarsi nell'hotel per andarsi a preparare per il red carpet. Un appuntamento molto atteso dagli appassionati, che di sicuro non lasceranno la laguna delusi. Il Blasco infatti si è concesso a lungo ai propri fan, a dispetto del personale della sicurezza. Selfie, foto e autografi come se piovesse, tra le lacrime di alcune adolescenti alle prese con l'emozione di poter anche solo "sfiorare" il proprio idolo. Anche di fronte ai fotografi, con giacca e cappello lucidi quasi a ricordare lo stile "disco anni Settanta", Vasco Rossi si è mostrato disponibile e sorridente. Prima di infilarsi nella sala Darsena per la proeizione del documentario sulla sua vita da star. Con lui anche il direttore della Mostra, Alberto Barbera.

Un ciclone così alla Mostra del cinema di Venezia in tanti anni non si era mai visto, con la sala Darsena dalle 21 in poi trasformata in stadio e una rockstar a divertire quasi 3000 persone con battute, ricordi, canzoni. Si perché Vasco Rossi ha pure canticchiato, neppure lui ha resistito al coro degli hooligans che continuamente lo interrompevano felici di averlo più vicino che mai e in una situazione diversa. L'occasione era l'ormai celebre Decalogo di Vasco, il film documentario di Fabio Masi che andrà in onda il 26 settembre su Raitre, prodotto dalla stessa Rai3. Vasco è un turbine, simpatico, in palla, beve un bicchiere di champagne per dissetarsi e racconta e si svela, aneddoti da morire dal ridere come quando sul finale dell'incontro condotto da Vincenzo Mollica, spiega come ando' a Sanremo e come ha studiato da rockstar. 

"Vedevo Mick Jagger volevo essere come lui ma nessuno mi filava. Così ho visto come faceva lui: esempio se ti cade il microfono non devi raccoglierlo sembri un imbranato, ti giri neanche lo guardi e te ne vai. Così sei una rockstar. Ci ho messo una vita a togliermi il riflesso condizionato di non raccoglierlo, prove su prove. Poi sono andato al festival, era con Vado al massimo, ero diversamente lucido ma avevo le idee chiare. Cosi - racconta - concentrato decido che non lo rimetto a posto il microfono nell'asticella perché se non riesci sembra che stai allo zecchino d'oro. Allora genio penso di metterlo in tasca e di passarlo al cantante dopo che era Cristian, feci cadere tutto e non mi girai, tanto che cazzo me ne frega". Poi racconta Vita Spericolata e anche qui c'è di mezzo la fissa di essere una rockstar. "Non pensavo di vivere così tanto in quanto rockstar, ero sincronizzato a morire presto, le rockstar muoiono tutte come mosche. Così scrivo Vita Spericolata, una canzone stupenda di quelle che ti vengono una volta nella vita, così almeno una cosa l'ho fatta. Il putiferio a Sanremo? Non me ne fregava niente". La rockstar "e' tutto quello che sono e al tempo stesso vorrei essere. L'uomo, cioé  io, è in credito".

Vasco al Lido, vestito di lurex come per le grandi occasioni, giacca e borsalino nero, è un fiume in piena, assediato da qualche centinaio di persone. Sente l'atmosfera del cinema e scherza "sono amico di Johnny (Depp), di Robert", dice di essere "un attore inconsapevole" e di aver accettato con fiducia di farsi filmare da Masi. Nel film c'è il regista che gira con la sagoma di cartone di Vasco, "mi servirebbe anche a me davanti casa, con tutta questa mania dei selfie, tanto le foto verrebbero bene lo stesso".

Vasco e le canzoni, "fatte delle stessa pasta dei miei sogni", Vasco che è "sincero solo nelle canzoni, racconto lì le mie debolezze, dico cose che non riuscirei a dire neppure ad un amico. Comincio da qualcosa che mi viene in mente, di solito da una donna: la vita è femmina". Cantare invece canta "solo quando sono ubriaco. Se fossi capace di spiegare le canzoni non le scriverei e se incontro una donna smetto, perché le canzoni sono un modo di sublimare la pulsione sessuale, guardate che non accade mica solo a me ma a tutti gli artisti", dice ai suoi 'fan non comuni' e la sala dei polpettoni cinematografici o dei capolavori viene giù come ad un concertone.  Infine c'è la musica, il tour visto da 600 mila persone, ora il nuovo video Quante volte, con lui in primo piano che si atteggia a colonnello Kurtz di Apocalypse Now e le mani di donna che lo accarezzano, "una fatica resistere e non pensare ad altro con quelle mani li' addosso".

Un tour in giro per l'Italia, "un bel paese anche se non tutto va, ma che volete che funzioni tutto? Mica siamo la Svizzera, bisogna smettere di pensare ai paesi nordici". Sopra a tutta la sua vita c'è la musica, "una grande consolazione. Le canzoni ti cambiano di umore, ti fanno svoltare la giornata, la musica è un grande miracolo e così ti viene da voler bene anche a chi l'ha scritta ecco perché  mi amate, se mi conosceste meglio forse non mi vorreste cosi' bene".

Dopodiché le voci si rincorrono ma non c'è per ora alcuna certezza. Potrebbe essere ospite di una cena ufficiale della Mostra del cinema, sembra con 'orata spericolata' in preparazione dello chef trevigiano Tino Vettorello. Previsto anche l'official party per il film, organizzato da Mirko Negri con Tino Eventi sempre alla Terrazza Biennale del Lido. Dalle 22.30 fino a tarda notte, Vasco o no, si ballerà con la musica di dj importanti (I Am Ritch Bitch, Lello Mascolo e Metromind), per una festa omaggio in musica alla rockstar italiana più amata. Per l'appuntamento di Cinema in Giardino i 2.800 biglietti disponibili per le due proiezioni sono andati esauriti a inizio agosto in nemmeno un'ora. 

Il documentario "Il Decalogo di Vasco" esce decisamente dagli schemi del "doc tradizionale". Viene suddiviso dal Blob-autore in dieci capitoli cadenzati dalle musiche di Vasco (da Albachiara a Sally, da Delusa a Susanna, a Brava) arrangiate in versione classica dal Maestro Celso Valli. Dieci capitoli enigmatici che ci portano prima sul set naturale della diga di Ridracoli, dove il rocker racconta del suo passato ("Per fare questo mestiere ho abbandonato tutto per 20 anni: madre, amici e casa. Volevo arrivare al cuore della gente"), per poi passare alla carica metal del Live Kom 2014. Nel capitolo "Vascologia" il cantante di Zocca parla di come nascono le sue canzoni e dell'inconscio ("la parte piu' importante che abbiamo. Da quella viene fuori tutto". Poi lo troviamo su una spiaggia pugliese alle prese con lo stretching e quella che chiama "elioterapia", una delle parti più ironiche del film. Infine la sagoma del Blasco viene trasportata a Bari, città che è stata tappa d'avvio del Live Kom 2015. E' lì che avviene l'unione tra la parte sognatrice di Vasco e quella corporea. Ora il Blasco è pronto per il concerto e Masi ci mostra come viene visto un live attraverso la soggettiva del rocker. Il documentario verrà trasmesso il 26 settembre su Rai3 al termine della puntata di 'Fuori che tempo che fa'.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

È Vasco-mania per il rocker al Lido: calca di fan davanti al red carpet

VeneziaToday è in caricamento