La città diventa verde, il teatro di cittadinanza come atto di cambiamento
Il Teatro di cittadinanza conclude il suo percorso tra i miti di Ovidio: gli attori-cittadini, diretti dal regista Mattia Berto, domenica 15 maggio 2022 (ore 18:00) arrivano sul palcoscenico del Teatro Goldoni di Venezia con La città diventa verde – Il teatro di cittadinanza come atto di cambiamento.
Ultima performance di un percorso iniziato a dicembre in cui, attraverso i personaggi de Le Metamorfosi di Ovidio, sono stati animati i luoghi verdi della città lagunare: il giardino di Palazzo Nani Bernardo, il giardino di Villa Hériot sull’isola della Giudecca e il giardino atelier Andreina Brengola. Il cerchio si chiude con il ritorno in Teatro, dove sono stati svolti i laboratori e le prove degli spettacoli durante tutto l’arco del progetto.
Il Teatro di cittadinanza ha rappresentato un’occasione per i cittadini veneziani di tutte le età per condividere un luogo e un tempo in cui raccontarsi e raccontare la propria città attraverso miti e leggende che sono stati ispirazione per tutta la letteratura occidentale. Un teatro inclusivo dove si sperimenta e si gioca su tematiche attuali, come accadeva nelle polis greche, con l’obiettivo di ricreare e riscrivere un domani grazie al teatro.
Spiega Mattia Berto: «Spazi verdi e giardini segreti, pubblici e privati. Ancora una volta abbiamo animato i luoghi della nostra Venezia e lo abbiamo fatto con i personaggi di un testo senza tempo, Le Metamorfosi di Ovidio. Ci siamo interrogati sugli aspetti narcisistici della nostra città e ci siamo riflessi nello specchio della sua bellezza. Ci siamo rivisti nella storia d’amore e ossessione di Apollo e Dafne. E ci siamo presi cura gli uni degli altri seguendo le tracce di Filemone e Bauci. Abbiamo confidato ai nostri compagni le nostre storie segrete. Abbiamo chiesto a cittadini come noi di condurre le nostre azioni. Siamo stati accolti e abbiamo accolto. Ci siamo chiesti come i luoghi che amiamo e viviamo possano diventare sostenibili. Ci siamo messi a nudo e siamo cambiati. E ora ci ritroviamo di nuovo in teatro, la nostra casa dove, ancora una volta, avverrà la nostra metamorfosi e quella di chi ci guarda. Perché in fondo, siamo piante dello stesso giardino».