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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cultura

È giovedi grasso, a San Marco si ripete la tradizione del taglio della testa del toro

La "Compagnia l'arte dei mascareri" ha reinterpretato a partire dalle 14 la consuetudine risalente al 1162. Gran finale della performance in piazza San Marco, attorno alle 16

Un modo meno cruento per ricordare una tradizione dei tempi, omeglio, dei Carnevali, che furono. In occasione delle celebrazioni del Giovedì Grasso a Venezia, l'associazione Compagnia l'arte dei mascareri ha infatto dato vita a partire dalle 14, a San Giacometto, alla performance "La ballata, il toro", uno spettacolo che reinterpreta l'antico aneddoto risalente  al 1162, proprio in occasione delle celebrazione dell'ultimo "zioba" di Carnevale.

In quell'anno, infatti, si celebrava la vittoria del doge Vitale Michiel II sul patriarca Ulrico di Aquileia, con i 12 feudatari ribelli. In memoria di quel tentativo di insurrezione soffocato nel sangue, ogni anno anche i successori del patriarca dovevano inviare in dono e a risarcimento al doge in carica un toro, 12 pani e 12 porci ben pasciuti. Il toro-patriarca con i 12 porci-feudatari venivano messi allo scherno della pubblica piazza con un rituale che prevedeva al suo culmine il taglio della testa del toro. Da cui deriva anche il modo di dire veneziano "Tagiar la testa al toro", che significa chiudere la faccenda definitivamente.

L'itinerario ha previsto i passaggi in Campo San Bartolomeo, Campo San Luca, Campo Sant’Angelo, Campo Santo Stefano, Teatro la Fenice e arrivo verso le 16 in piazza San Marco, con il "taglio della testa".

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