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Giovedì, 28 Marzo 2024
Festival del cinema di venezia

Venezia79, sul red carpet splende Cate Blanchett

Da ieri il Lido ha cominciato ad accendersi con le star internazionali

Alla Mostra del Cinema di Venezia sono arrivati, in gara, due tra i più attesi film internazionali: "Tár" di Todd Field, con Cate Blanchett nei panni di una carismatica direttrice d'orchestra, e "Bardo, falsa cronica de unas cuantas verdades", ritorno alla regia di un lungometraggio, a sette anni da "Revenant",  per Alejandro Gonzales Iñárritu, che qui firma forse la sua opera più autobiografica.

"Tár" racconta appunto di Lydia Tár (Cate Blanchett), una grande direttrice d’orchestra omosessuale di Berlino che a un certo punto si ritrova nel mirino di uno scandalo #MeToo. «Non ho mai considerato l’aspetto Lgbt del film, certo alla mia Lydia piacciono le donne, - dice la Blanchett in conferenza stampa - ma credo fermamente che non sia importante l’omogeneità di genere nel mondo dell’arte, anzi che ne sia la morte. Ciò che le persone fanno dopo il loro lavoro non è importante. Insomma, non ho mai pensato al genere, alla sessualità di Lydia. Questo film è il ritratto molto umano di una persona con tutte le sue debolezze».

Mostra del Cinema 2022, le foto della seconda giornata (©Tommasini)

S'intitola invece "Bardo", il nuovo film di Iñárritu, che sta più o meno per "limbo", per condizione di mezzo tra mondo dei vivi e quello dei morti. «Io sono nel mezzo, sono messicano per gli Stati Uniti, americano in Messico, ha detto il regista - Sono alla vigilia dei miei 60 anni, sono portato a riflettere, è un momento chiave della mia vita, sono pronto a capire, dal 2012 poi con un monaco vietnamita faccio meditazione, la trovo liberatoria, mi aiuta a vedere con distacco le cose, senza temere il giustizio degli altri, ad accettarmi insomma».

Fuori concorso ha debuttato il capitolo finale, "Riget Exodus", del racconto televisivo cult iniziato da Lars von Trier nel 1994 e proseguito nel 1997, ambientato in un inquietante ospedale della Danimarca, chiamato 'il regno'. Sempre fuori concorso, il documentario "Bobi Wine: ghetto president" di Christopher Sharp e Moses Bwayo sull'ugandese Bobi Wine, superstar musicale del suo Paese e attivista per la difesa dei diritti della popolazione. Spazio anche a "Living" di Oliver Hermanus, delicato remake su sceneggiatura del premio Nobel Kazuo Ishiguro, con Bill Nighy, di uno dei capolavori di Kurosawa, "Vivere". 

I film in programma a Venezia

  • "Tar" di Todd Field - (Venezia 79) con Cate Blanchett, Noémie Merlant, Nina Hoss, Sophie Kaue (Sala Grande alle 17.15). Ambientato nel mondo internazionale della musica classica, Tar è incentrato sulla figura della prima donna della storia a divenire direttrice di una delle più importanti orchestre tedesche.
  • "Bardo, falsa cronica de unas cuantas verdades" di Alejandro Gonzales Inarritu - (Venezia 79) con Daniel Giménez Cacho, Griselda Siciliani, Ximena Lamadrid, Iker Sanchez Solano (Sala Grande alle 21). E' ambientato durante l’intimo e commovente viaggio di Silverio, un noto giornalista e documentarista messicano che vive a Los Angeles. L’uomo, dopo aver ricevuto un prestigioso riconoscimento internazionale, è costretto a tornare nel suo paese natale, ignaro che questo semplice viaggio lo spingerà verso una profonda crisi esistenziale.
  • "Riget exodus" di Lars von Trier - (Fuori concorso) con Bodil Jorgensen, Mikael Persbrandt, Tuva Novotny, Lars Mikkelsen (Palabiennale alle 13). Un gigantesco organismo di carne e ossa si è materializzato nelle stanze e nei corridoi del Regno. La sonnambula Karen percepisce che qualcosa non va e raggiunge Il Regno in cerca di risposte.     
  • "Bobi Wine: ghetto president" di Christopher Sharp, Moses Bwayo - (Fuori concorso), documentario (Sala Grande alle 14.30). Si segue in tempo reale la vita dell'ugandese Bobi Wine e di sua moglie Barbie. Dagli slum del ghetto di Kampala, Bobi è riuscito a diventare una delle più amate superstar del suo Paese: Bobi usa la musica come forma di attivismo e diventa un membro indipendente del Parlamento, per difendere i diritti della sua gente.

La recensione di "White Noise"

Nella serata di ieri, intanto, si è tenuta la cerimonia inaugurale della kermesse, presentata dalla madrina Rocío Muñoz Morales. A brillare sul palcoscenico è stata Catherine Deneuve, Leone d'Oro alla carriera, ma è stata la cruda realtà a rubare la scena. Il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, infatti, irrompe con un messaggio video drammatico con cui ha rinnovato l'appello a «non dimenticare quello che sta accadendo» (ne abbiamo scritto in un articolo a parte).

Il primo red carpet di Venezia79, c'è anche Hillary Clinton (foto Tommasini)

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