rotate-mobile
Venerdì, 29 Settembre 2023
Festival del cinema di venezia

Venezia 80, sorpresa Pietro Castellito: il suo film "Enea" osa e conquista

"Enea", in concorso alla 80. Mostra del Cinema di Venezia, è un'opera strana, inconsueta e originale, che si distingue dalla maggioranza delle produzioni nostrane

Non sempre essere figli d'arte è un bene: talvolta bisogna dimostrare di essere all'altezza del cognome che si porta. Spesso dal proprio cognome si viene fagocitati. Non è il caso di Pietro Castellito, che brilla di luce propria, nonostante un'appartenenza familiare impegnativa.  

Lo ammetto: anni fa il mio giudizio su di lui era offuscato dal pregiudizio, quel sentimento leggermente snob con cui purtroppo frequentemente chi recensisce i film si approccia alla visione degli stessi. Così anche nel 2020, quando andai a vedere il suo primo lungometraggio, I predatori. Entrai nella sala cinematografica con un'idea, ne uscii completamente stravolta: Pietro Castellito era riuscito a distruggere qualsiasi preconcetto che offuscava la mia mente, talmente era risultato cristallino il suo talento. Quel giorno perse una prevenuta detrattrice e guadagnò invece una fan. A margine: I predatori, quell'anno, vinse il Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura alla 77. Mostra del Cinema di Venezia, onorificenza poi seguita dal David di Donatello come miglior regista esordiente. 

Se ci dimenticassimo per un momento il cognome di questo giovane attore e regista romano sapremmo riconoscere subito il diamante (non troppo) grezzo che è: Castellito sa muovere perfettamente la penna con cui scrive le sue sceneggiature e ha piena domestichezza con la macchina da presa attraverso la quale mette in scena le sue storie. Oggi si può affermare che, a tutti gli effetti, rappresenta una boccata d'ossigeno in un contesto cinematografico spesso troppo impostato e adagiato sui soliti cliché narrativi. Il suo Enea è un'opera strana, inconsueta, originale, che si distingue dalla maggioranza delle produzioni nostrane e che si diverte a confondere lo spettatore con situazioni apparentemente slegate – veri e propri affreschi di quotidianità strampalata – che man mano si intrecciano perfettamente fino a culminare nel sorprendente atto finale. 

La trama 

Enea rincorre il mito che porta nel nome: lo fa per sentirsi vivo in un’epoca morta e decadente. Lo fa assieme a Valentino, aviatore appena battezzato. I due, oltre allo spaccio e alle feste, condividono la giovinezza. Amici da sempre, vittime e artefici di un mondo corrotto, ma mossi da una vitalita? incorruttibile. Oltre i confini delle regole, dall’altra parte della morale, c’e? un mare pieno di umanita? e simboli da scoprire. Enea e Valentino ci voleranno sopra fino alle piu? estreme conseguenze. Tuttavia, droga e malavita sono l’ombra invisibile di una storia che parla d’altro: un padre malinconico, un fratello che litiga a scuola, una madre sconfitta dall’amore e una ragazza bellissima, un lieto fine e una lieta morte, una palma che cade su un mondo di vetro. E? in mezzo alle crepe della quotidianita? che l’avventura di Enea e Valentino lentamente si assolve. Un’avventura che agli altri apparira? criminale, ma che per loro e?, e sara?, prima di tutto, un’avventura d’amicizia e d’amore.

L'analisi

Racconta il regista che: «L’idea era quella di creare una narrazione in cui il punto di vista dello spettatore combaciasse con quello di chi subisce il narcotraffico: all’improvviso si puo? vincere e all’improvviso si puo? morire, e nessuno sapra? mai il perche?. I protagonisti sono mossi dal mistero della giovinezza. Non fanno quello che fanno ne? per i soldi ne? per il potere, ma forse per vitalita?, per testare il cuore, per capire fino a che punto ci si possa sentire vivi oggi, all’alba di questo nuovo millennio, saturo di guerre raccontate e di attentati soltanto visti». E, infatti, il motore propulsore di tutta la vicenda è la vivace (e viva) giovinezza dei due giovani protagonisti: un fuoco che non smette di ardere e che crea un contrasto, a tratti divertente a tratti grottesco, con l'immobilità nella quale sembrano costretti coloro che si muovono entro i limitati, spenti e ipocriti ambienti borghesi. Dal ricco imprenditore al sedicente intellettuale con non pochi scheletri nell'armadio: nessuno resta incolume dalla spietata e intelligente critica di Castellito, irresistibilmente davvero molto cinica. Tra gag, sequenze quasi demenziali e scene introspettive, Enea si erge su un delicato e precario equilibrio, quello tra la profondità e la superficialità e spesso – come insegna Castellito Junior – il confine è molto più labile di quanto possa sembrare. 

La scrittura del film è tagliente, feroce, dolceamara ma, soprattutto, divertente: i personaggi sono designate vittime di se stessi, sacrifici immolati sull'altare del nichilismo imperversante nella società contemporanea. Ecco allora che la ricerca della sostanza diventa pericolosa ma necessaria, quindi coraggiosa.

Con la partecipazione dello stesso Pietro Castellitto, coadiuvato da un cast corale che conta anche Giorgio Quarzo Guarascio, Benedetta Porcaroli, Chiara Noschese e con Sergio Castellitto, il film si erge su una regia tutto sommato solida, che sembra, in alcune scene, prendere spunto addirittura da Paolo Sorrentino. Il regista ha il coraggio di osare, anche nelle scelte di sceneggiatura, ma in alcuni casi sembra arroccarsi con autocompiacimento su barocchismi cinematografici non necessari. Credo che l'unica, piccola, pecca della direzione di Castellito sia infatti quella di voler stupire a tutti i costi: un'ingenuità perdonabile ma che, probabilmente, nasconde il bisogno di voler convincere il pubblico di trovarsi di fronte a un regista brillante. Chi scrive pensa che l'autore non abbia la necessità di dimostrare alcunché: il suo acume e il suo talento sono già ben visibili e parlano da sé. Se Castellito saprà continuare sulla strada intrapresa, senza però strafare, probabilmente diverrà uno dei nomi di punta del prossimo grande cinema italiano. Io, personalmente, tifo per lui.

Voto 8 ½

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Venezia 80, sorpresa Pietro Castellito: il suo film "Enea" osa e conquista

VeneziaToday è in caricamento