Festival dei Matti 2018
Torna a Venezia dal 17 al 20 maggio 2018 il Festival dei Matti: la nona edizione dal titolo “A margine. Abitare luoghi comuni” proverà a raccontare i luoghi della messa a margine - fisica, ideologica, simbolica - che la “ragione” riserva alla follia. A quarant’anni esatti dall’emanazione della “Legge Basaglia” (13 maggio 1978, n°180) sarà l’occasione per ricordare la storia degli smottamenti che, a partire dagli anni Sessanta, scuotono il terreno di quella presa di distanza. Si parlerà di quei luoghi comuni - ideologie e pregiudizi - che chiudono i dialoghi, innalzano muri e definiscono spazi chiusi, dell’essere spinti fuori gioco; ma anche delle condizioni che rendono inabitabili o abitabili i contesti, della cura che occorre perché sia possibile abitare da soggetti il dentro e il fuori, luoghi comuni, territori condivisi, comunità materiali e immateriali, garantendo a pieno la cittadinanza come chiede la legge 180.
Programma
Giovedì
Con il contributo di sociologi, psichiatri, ma anche giornalisti, scrittori, poeti, musicisti, registi, esponenti del mondo della cultura, testimoni diretti o indiretti di storie di “follia” (quale che sia il senso che diamo a questa parola) si parlerà del fatto che, da sempre, l’utilizzo di questo termine sia l’effetto di una messa a margine, uno spazio separato, dislocazioni non scelte, forzati trasferimenti, sradicamenti. Si inizia giovedì 17 maggio alle ore 18.00 nella Cfz, la biblioteca di Ca’ Foscari alle Zattere, dagli anni Settanta, dal cuore in fermento del manicomio romano di Santa Maria della Pietà, e l’occupazione del Padiglione 25, un evento storico che ribalta la scena dell’internamento. Lo racconteranno il film e il libro di Massimiliano Carboni e Claudia Demichelis e le parole di Vincenzo Boatta, uno di quei protagonisti, in un incontro con Mariagrazia Giannichedda, presidente della Fondazione Franca e Franco Basaglia e a RiccardoIerna, del Centro Marco Cavallo di Latiano.
Venerdì
Saranno gli studenti del liceo Foscarini ad aprire la giornata di venerdi 19 maggio alle ore 10.30 nel Chiostro della loro scuola e a dialogare con Giovanna Del Giudice e Riccardo Ierna, basagliani di diverse generazioni, in un incontro intitolato Abitare le contraddizioni: la lezione di Franco Basaglia sulla storia di questa rivoluzione culturale, sulle contraddizioni che restano ancora da abitare per scansarsi da un ordine del mondo costruito sempre a dispetto di qualcuno. Le pagine del romanzo di Carlo Miccio, uscito per la collana 180 diretta da Peppe Dell’Acqua, ci condurranno in un immaginario ma possibilissimo universo familiare in cui l’impazzire, più che di molecole sbandate, si svela impastato da tutt’altro: paura, rabbia, povertà, calcio, comunismo, parole non dette, distanze congelate. L’incontro di venerdì alle ore 16.00, Disabitare luoghi comuni, prende spunto dal libro Storia di Antonia, inchiesta di Antonio Esposito e Stefano Dell’Aquila; si parlerà della vicenda di Antonia Bernardini, morta in un letto di contenzione per le ustioni riportate in un incendio da lei stessa provocato per protesta, per essere legata da 43 giorni nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Pozzuoli. Un fatto che nel 1974 provocò un vero e proprio dibattito politico sulle più importanti testate giornalistiche dell’epoca. Sarà quindi un’occasione per riflettere insieme agli autori del libro, alla psichiatra Giovanna del Giudice e ai giornalisti Giuseppe Giulietti e a Gianluca Amadori, sul ruolo giocato dall’informazione e dalla stampa, sulle sue responsabilità e sull’attuale mancanza di prese di posizione rispetto a queste tematiche. La giornata prosegue con l’incontro tra le voci poetiche di Cristina Donà e di Anna Toscano, a raccontare come si possa Disabitare il mondo e ritrovare “il senso delle cose con parole silenziose” nel Chiostro dei Crociferi alle ore 18.00. A chiudere la giornata di venerdi alle ore 21.00 sarà l’incontro letterario intitolato Abitare la lingua: Gianni Montieri dialogherà con gli scrittori Giordano Meacci e Tiziano Scarpa, entrambi maestri di un modo di abitare le parole - quelle sature della normalità, quelle inventate della follia - che ci aiuta a riappropriarcene come sarebbe desiderabile accadesse con gli spazi privati e pubblici del nostro vivere per non restarne inconsapevolmente imprigionati.
Sabato
La giornata di sabato 19 maggio si svolgerà interamente nello splendido spazio del Teatrino di Palazzo Grassi. Molti gli incontri previsti: si inizia alle ore 10.30 con con la sociologa Maria Grazia Giannichedda e lo psichiatra Peppe Dell’Acqua, nell’incontro dal titolo Abitare l’impossibile. Ragioneremo sull’attualità dei testi di Franco Basaglia, recentemente ripubblicati da il Saggiatore, da Baldini Castoldi e da Raffaello Cortina. Il valore di un’opera che non smette di insegnarci come l’impossibile possa diventare possibile se continuiamo a lavorare per trasformare la realtà, tenendo presente la soggettività di tutti, barattando l’utopia con il reale, facendo dell’utopia della realtà. Nel secondo appuntamento, alle ore 12, Luoghi a perdere, luoghi da riabitare, la scrittrice Carmen Pellegrino e l’architetta Giuseppina Scavuzzo parleranno di margini, di terre dove l’abitare si dirada, dove l’umanità si perde e si cancella, ma anche delle strade che quei luoghi talvolta partoriscono, di sogni venuti dal vuoto, di appartenenze cresciute nell’ assenza. Come può accadere nell’ex manicomio di Gorizia o sulla casa galleggiante dell’esilio volontario di Lulù, la giovane donna dell’ultimo romanzo di Pellegrino. Il pomeriggio di sabato alle ore 16.30 sarà un lungo incontro intitolato Deportazioni interamente dedicato al lavoro di Mariella Mehr, poetessa svizzera di origini nomade jenisch, vittima del programma eugenetico Kinder der Landstrasse, che ha poi contribuito a smantellare. Dopo la proiezione di Dove cadono le ombre, il film che la regista Valentina Pedicini ha costruito ispirandosi alla sua storia e ai suoi romanzi, incontreremo la regista insieme ad Anna Ruchat traduttrice della Mehr e al poeta e violinista Michele Gazich per parlare delle vite sommerse di chi ha avuto in sorte la notte e di appelli ancora in attesa di essere ascoltati. Chiuderà l’incontro un breve intervento musicale di Michele Gazich accompagnato da Marco Lamberti. L’ultimo appuntamento della giornata alle ore 21.00 sarà Abitare luoghi comuni, con Massimo Cirri, conduttore di Caterpillar, che dialogherà con Flavio Favelli e Franco La Cecla: un artista visivo e un antropologo per leggere la valenza politica dei luoghi comuni, a partire dalle traiettorie di soggettivazione degli spazi. Un tema che il lavoro di Favelli mette in scena, sottraendo gli oggetti alla deriva, all'anonimato, al silenziamento a cui, come molti uomini, sembrano inesorabilmente destinati.
Domenica
La giornata di domenica 20 maggio si aprirà alle ore 10.00 con il laboratorio di teatro/danza Tanto scappo lo stesso curato dal regista Mattia Berto e dalla ballerina Serena Ballarin ispirato all’omonimo Romanzo di una matta di Alice Banfi; la storia di un testardo e sfrontato corpo a corpo nei luoghi-carcere di quella psichiatria che ancora non ha smesso di legare i corpi e di incatenare le vite a sentenze e condanne senza scampo. Ne vedremo gli esiti nel pomeriggio alle ore 18.30 in una performance condivisa sulla fuga, drammatica vitale e persino scanzonata da letti di contenzione, reparti chiusi e pensieri senza via d’uscita. Nel pomeriggio alle ore 16.00 l’incontro conclusivo Abitare possibile, abitare impossibile: oltre i luoghi non luoghi della psichiatria. Un confronto tra Stefano Cecconi, Gisella Trincas, Carlo Minervini, Riccardo Ierna, Thomas Emmenegger: familiari, operatori, politici, cooperativisti, per raccontare i cantieri della salute mentale oggi, i luoghi dove abitare non è più uno stare per sparire e rassicurare qualcun altro e la vita non è l’effetto di una messa a margine. E dove i discorsi si riaprono. A chiudere il Festival sarà infine lo spettacolo teatrale Letizia Forever, con Salvatore Nocera, testo e regia di Rosario Palazzolo; un monologo che sfonda le parole, la lingua, l’identità e ci trattiene nel corpo di una storia che si fa e si disfa, forse come tutte le storie, sul confine impreciso e mobile che separa e unisce senza tregua ragione e follia, normalità e devianza. Il centro e le periferie. A margine, lo crediamo dall’inizio, i luoghi possono tornare comuni, fare comunità, restituire cittadinanza. Vorremmo partire da qui.
I luoghi del Festival
- Ca’ Foscari CFZ, Cultural Flow Zone Dorsoduro 1392 Fermata Zattere - S. Basilio
- Chiostro del Liceo Foscarini Calle Foscarini 4951 Fermata Ca’ d’Oro - F. Nove
- Chiostro We_Crociferi Campo dei Gesuiti, Cannaregio 4878 Fermata Ca’ d’Oro - F. Nove
- Teatrino di Palazzo Grassi San Samuele 3260 Fermata S. Samuele
- Teatrino e Parco Groggia Cannaregio 3151 Fermata Sant’Alvise