Vivarini nella pittura veneziana del '400, raccontati da Giandomenico Romanelli
Giandomenico Romanelli, curatore della prima grande mostra dedicata ai Vivarini, incontra il pubblico veneziano nel monumentale Refettorio di San Salvador per una conversazione su questa famiglia di artisti muranesi che, a cavallo tra il '400 e il '500, domina il magico ambiente della pittura veneziana, contendendone il primato alla celebre bottega dei Bellini.
Una conversazione che può rappresentare un preludio alla mostra "I Vivarini, lo splendore della pittura tra Gotico e Rinascimento", visitabile fino al 5 giugno a Palazzo Sarcinelli, a Conegliano, che espone i maggiori capolavori di Antonio, Bartolomeo ed Alvise, opere nelle quali i colori risaltano in tutta la loro forza dal turchese al viola al verde squillante. Un evento da non perdere nella lunga storia delle esposizioni dedicate alla pittura veneta.
La mostra squarcia un velo sui Vivarini e testimonia i loro contatti con grandi pittori come Mantegna, Paolo Uccello, Filippo Lippi e Antonello da Messina.
Un percorso emozionante nel processo di evoluzione dei linguaggi artistici, tra lo splendore del Gotico fiorito al rigore prospettico del Rinascimento.
Giandomenico Romanelli, veneziano, dal 1979 è stato direttore dei Musei civici veneziani, quindi direttore dei Beni e attività culturali del Comune di Venezia e, dalla creazione nel 2008 fino al 2011, della Fondazione dei Musei civici. Socio effettivo dell'Istituto Veneto di scienze lettere e arti, è presidente del Comitato scientifico del Castello del Buonconsiglio e dei musei provinciali di Trento ed è membro del Comitato scientifico del Centro Palladio di Vicenza (cisa). Ha ricoperto insegnamenti di Storia dell'architettura e dell'urbanistica, di Museologia e storia del collezionismo, di Storia dell'arte presso lo IUAV e l'Università Ca' Foscari.