Le "Impronte di un Mascarer" in mostra alla Casa di Carlo Goldoni
Dal 15 aprile all'1 ottobre, il Museo Casa di Carlo Goldoni, nello storico Palazzo Centanni a San Polo, presenta la mostra “Impronte di un Mascarer – luogo spazio e tempo del gesto” ideata da Gualtiero Dall’Osto e curata da Chiara Squarcina e Tobia Dall'Osto: un percorso espositivo di impronte e di maschere, maschere-impronte e impronte-maschere, attraverso l’esposizione di calchi negativi in alabastro, grandi mascheroni, quindi positivi, in cartapesta e resina, disposti sia al piano terra che al primo piano.
L’artista e ideatore del progetto, Gualtiero Dall’Osto, innesca molteplici e personali riflessioni su questi particolari oggetti “simbolo”, legati non solo alla Commedia dell’Arte -– a cominciare dalla riforma del teatro goldoniana – ma anche alla nostra contemporaneità, con un fil rouge che porta ad interrogarci sul significato della maschera del nostro tempo. Molteplici i significati della “maschera”, non ultimo quello strettamente connesso all’arte di chi la crea, il mascarer.
La maschera però non è solo un semplice oggetto da indossare: è per l’artista una creatura, dotata di vita propria, capace di trasmettere l’urlo muto di dolore o di indignazione per quanto accade intorno a noi ed è per questo motivo che la ripropone in una forma inusuale, drammaticamente ingigantita, come un’enorme tela sulla quale sviluppare una ricerca introspettiva e psicologica sulla maschera contemporanea.
«Proprio grazie all’intuizione di Dall’Osto di proporre questa inedita esposizione di sue creazioni si potranno analizzare i reconditi significati, alcuni anche antropologici, connessi alla maschera e al suo creatore» anticipa la responsabile di Casa di Goldoni, Chiara Squarcina.
«Il progetto – evidenzia Mariacristina Gribaudi, presidente di Fondazione MUVE – sarà l’occasione anche per focalizzare la storia di quest’arte. Non si dimentichi, infatti, che già nel 1271 a Venezia indossare la maschera era ampiamente documentato in quanto proprio in quell’anno i mascareri si riunirono in 'arte' insieme ai pittori. Una categoria che, grazie all’uso sempre più frequente delle maschere soprattutto durante le feste del Carnevale, riuscì ad ottenere il 10 aprile 1436 uno specifico statuto, detto “mariegola”, con il quale la Serenissima, regolamentando l'attività, ne riconosceva l'importanza e l’autorevolezza artistica».