Karski quartet e Fabrizio Buzzi all'auditorium Lo Squero
Si chiude con l’ultimo appuntamento, venerdì 28 ottobre, il ciclo Archipelago 2022 della Fondazione Cini all’auditorium “Lo Squero”, sull'isola di San Giorgio. Alle ore 19.00 è sul palco il Karski quartet, formazione belga che sta rapidamente ottenendo importanti riconoscimenti sulla scena musicale internazionale per la sua appassionata interpretazione di lavori che spaziano da Haydn al repertorio del XXI secolo. Il Karski quartet si è formato in Belgio nel 2018 e si esibisce nelle sale di tutta Europa.
Accanto a loro Fabrizio Buzzi, giovane contrabbassista vincitore nel 2020 della XV edizione del “Premio Nazionale della Arti” e allievo del Maestro Franco Petracchi presso l’Accademia di perfezionamento W. Stauffer di Cremona.
Il concerto sarà preceduto dalla visita guidata (ore 17.00) allo straordinario Teatro Verde, recentemente restaurato grazie al contributo di Cartier e riaperto alle visite guidate per il pubblico. Voluto da Vittorio Cini e inaugurato nel 1954, l’anfiteatro all’aperto è stato oggetto di un grande progetto di recupero che ne ha riportato alla luce l’architettura, valorizzandone tutte le qualità dei materiali costruttori, la struttura botanica circostante, le spazialità e gli straordinari scorci paesaggistici.
Il programma musicale si apre con un brano in prima esecuzione assoluta scritto dal violoncellista e compositore Cosimo Carovani, il Quartetto n. 7 "Notturnale" dedicato proprio al Karski Quartet. È un quartetto scritto in memoria di Henri Dutilleux (compositore transalpino ritenuto l'ultimo erede della grande scuola musicale francese) ed è molto legato al suo linguaggio e alle fascinazioni del suo quartetto "Ainsi la Nuit". Il lavoro utilizza uno stile di metà Novecento che esplora dinamiche ed effetti rarefatti, che trae ispirazione dagli elementi naturali notturni e dal ticchettio instancabile del Notturnale.
Il concerto prosegue, poi, con il Quartetto in mi bemolle maggiore op. 33 n. 2 “Lo Scherzo“ di Haydn, in cui il movimento finale costituisce proprio una burla nei confronti dell’ascoltatore. Infine, il Quintetto n. 2 in sol maggiore op. 77 di Dvorak, in cui il contrabbasso diventa protagonista con le sue sonorità calde e profonde che si sprigionano dalla sua enorme pancia.