Le “passioni visive“ di Marino Marini alla Collezione Peggy Guggenheim
Nel 1948 la collezionista Peggy Guggenheim acquista il gesso dell’Angelo della citta di Marino Marini (1901 – 1980), e l’anno successivo Marino lo trasforma in bronzo, in tempo perché venisse esposto nella Mostra di scultura contemporanea, curata e organizzata dalla stessa Peggy nel giardino di Palazzo Venier dei Leoni.
L’opera si trova tutt’ora esposta dove la volle la collezionista, tra i cancelli che si affacciano sul Canal Grande. Oggi la Collezione Peggy Guggenheim rende un giustissimo omaggio all’artista pistoiese con la mostra Marino Marini. Passioni visive, prima retrospettiva mai realizzata a lui dedicata, che intende a situare organicamente l’artista pistoiese nella storia della scultura.
“Si tratta di una mostra di pensiero, ragionamento e studio” sostiene uno dei due curatori, Flavio Fergonzi, “che ci ha permesso di riportare uno scultore di qualità altissima, quale Marino, nella storia dell’arte del ‘900”. Insieme alla collega Barbara Cinelli, Fergonzi ha cercato e studiato le “passioni visive” dell’artista, l’arte con cui a lungo Marino si è confrontato.
E così l’intimità degli ambienti del museo veneziano consente una inedita lettura, concentrata e ravvicinata, di più di cinquanta sculture di Marino e di venti opere, dall’antichità al ‘900, con cui la sua scultura si è rapportata.
In questo modo viene privilegiato un dialogo serrato tra le sue sculture e quelle della tradizione plastica cui l’artista ha fatto riferimento. Sono i grandi modelli della scultura del ‘900 con cui Marino entrò in dialogo, e, soprattutto, alcuni importanti esempi di scultura dei secoli passati, un’arte mai esposta prima nelle sale di Palazzo Venier dei Leoni: dall’antichità egizia a quella greco-arcaica ed etrusca, dalla scultura medievale a quella del Rinascimento e dell’Ottocento.
Un simile dialogo offre un nuovo punto di vista, inaspettato e innovativo, intorno ai temi affrontati dallo scultore, travalicando le gabbie della cronologia, degli stili e delle periodizzazioni. In un percorso della produzione di Marino esteso dagli anni ‘20 agli anni ’50, ogni sala mette in scena alcuni episodi di questo dialogo.
La mostra rimane aperta fino all’1 maggio, 2018.
Tutti i giorni alle 15.30 vengono offerte visite guidate gratuite alla mostra, previo acquisto del biglietto d’ingresso al museo.