"Le supplici" di Euripide in scena al Teatro di Mirano
Nuovo appuntamento con “La Città a Teatro 2022-2023”, la rassegna di prosa del Teatro di Mirano: giovedì 19 gennaio, alle ore 21, Atir porta in scena, diretto da Serena Sinigaglia, Le supplici, un classico della tragedia greca firmato da Euripide.
Interpretato da Francesca Ciocchetti, Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan e Debora Zuin, protagoniste dello spettacolo sono le sette madri degli eroi uccisi presso le porte di Tebe. «Da anni voglio affrontare Le supplici di Euripide – racconta Sinigaglia –, adesso è arrivato il momento di farlo. Il crollo dei valori dell’umanesimo, il prevalere della forza, dell’ambiguità più feroce, il trionfo del narcisismo e della pochezza emergono da questo testo per ritrovarsi intatti tra le pieghe dei giorni stranianti e strazianti che stiamo vivendo.
È incredibile quanto una scrittura che risale al 423 a.C. risuoni chiara e forte alle orecchie di un cittadino del terzo millennio».
I biglietti sono disponibili online o in biglietteria presso il Teatro di Mirano.
La trama
Un gruppo di donne di Argo, madri dei guerrieri argivi morti nel fallito assalto a Tebe, si riunisce presso l'altare di Demetra ad Eleusi per supplicare gli ateniesi di aiutarle a dare degna sepoltura ai figli, poiché i tebani negano la restituzione dei cadaveri. Il re ateniese Teseo, grazie all’intercessione della madre Etra, decide di aiutarle. Quando un araldo tebano giunge per intimare a Teseo di non intromettersi negli affari di Tebe, invano Teseo tenta di indurre l’araldo all’osservanza della propria legge che impone di onorare i morti, ingaggiando con lui un dialogo nel quale il re difende i valori di democrazia, libertà, uguaglianza di Atene, contrapposti alla tirannide di Tebe.
L’accordo non viene trovato, la guerra tra le due città è inevitabile e viene vinta da Atene, con la conseguente restituzione dei cadaveri. Il re di Argo, Adrasto, che accompagna le madri, si incarica di celebrare i caduti con un discorso. Il corteo con i corpi dei capi argivi caduti entra così in scena: Adrasto recita l’elogio di ciascuno di essi, quindi si procede al rito funebre. Per volontà di Teseo, il rogo di Capaneo è allestito separatamente dagli altri al fine di onorare diversamente l’eroe colpito dal fulgore di Zeus; Evadne, moglie di Capaneo, non regge alla commozione e, per riunirsi al marito, si getta sul rogo in fiamme. Mentre i figli dei caduti sfilano con le ceneri dei propri cari, finalmente sepolti, ex machina compare Atena, che fa impegnare con un giuramento solenne Teseo e Adrasto a un’eterna alleanza fra Atene e Argo.