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Costruzioni umane "intrecciate" a habitat di altri organismi: Leone d'Oro a "raumlaborberlin"

È il collettivo tedesco il vincitore della 17ª Mostra internazionale di architettura di Venezia. Il riconoscimento per la migliore partecipazione internazionale assegnato agli Emirati Arabi Uniti

Una visione di come le costruzioni dell'uomo si possano intrecciare perfettamente con l'habitat di una moltitudine di altri organismi viventi: il progetto "Floating University" del collettivo di Berlino "raumlaborberlin" è stato premiato dalla Biennale di Venezia con il Leone d'oro per la miglior partecipazione alla 17ª Mostra Internazionale di Architettura "How will live together". Il riconoscimento per la partecipazione internazionale più significativa è stato assegnato invece al padiglione degli Emirati Arabi Uniti "Wetland".

Chi ha vinto i Leoni d'Oro

«Di solito siamo abituati a ricevere il secondo premio, quello assegnato ai più empatici - ha commentato il portavoce degli architetti tedeschi vincitori - Siamo felici di aver dimostrato che anche un approccio sperimentale può assumere contorni realistici». Ai curatori del padiglione emiratino, invece, è andato il merito, secondo la giuria, "di aver proposto un progetto che incoraggia a pensare alla delicata relazione tra spreco e produzione in scala globale". Nel loro esperimento, la cristallizzazione salina si offre come alternativa sostenibile al cemento.

La giuria ha quindi assegnato il Leone d'Argento per il giovane più promettente alla "Foundation for Achieving Seamless Territory" (Fast), gruppo internazionale di professionisti «che invita a prendere consapevolezza delle pratiche agricole e dei rituali della vita quotidiana nei nuovi insediamenti». Due menzioni speciali sono state attribuite alle partecipazioni nazionali di Russia ("Open!") e Filippine ("Structures of Mutual Support").

Riconoscimento alla memoria

Il curatore della Mostra, Hashim Sarkis, ha proposto al Cda della Biennale anche l'assegnazione del Leone d'Oro speciale "ad memoriam" a Lina Bo Bardi, architetta e designer italiana naturalizzata brasiliana. Il riconoscimento postumo si deve alla sua capacità di «prestare attenzione alle diversità in architettura, trasformando spazi e luoghi che accompagnano i percorsi di vita delle persone».

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