Il mercante di Venezia al teatro di Mirano
Ultimo appuntamento per l’edizione 2021- 2022 de “La Città a Teatro”, la rassegna di prosa del Teatro di Mirano: “Il mercante di Venezia” della compagnia di Salzano Teatroimmagine, programmato inizialmente il 17 febbraio 2022, già rinviato al 4 aprile ma nuovamente sospeso per motivi tecnici, andrà finalmente in scena lunedì 2 maggio 2022 al Teatro di Mirano alle ore 21.
I biglietti e gli abbonamenti acquistati per le date del 17 febbraio e del 4 aprile sono validi per l’accesso in sala lunedì 2 maggio. “Il mercante di Venezia”, da William Shakespeare, vede in scena Roberto Zamengo, Claudia Leonardi, Ruggero Fiorese, Daniele Baron Toaldo, e Moira Mion alla fisarmonica. Le danze sono di Donata Brunello, i costumi di Antonia Munaretti, le maschere di Stefano Perocco, le musiche e canzoni originali di Paolo Coin. Lorenzo Riello e Paolo Scortegagna firmano le luci, mentre le scenografie sono ideate da Roberto Zamengo e realizzate da Palcobase; decorazioni e oggettistica sono di Martino Munarini, la grafica è di Chiara Andreetta.
Scrive la compagnia: «Su di un palcoscenico, dei Commedianti dell’Arte di una compagnia di terz’ordine, vogliono intrattenere il pubblico raccontando una storia lugubre e strana: quella dell’usuraio Shylock che pretende una libbra della carne dell’odiato Antonio, come interesse per una somma prestata. È il “Mercante di Venezia” shakespeariano, che si avvale delle maschere della tradizione italiana per narrare, divertendo, l’imbroglio, la menzogna e la perversione dei rapporti basati solo sul valore del danaro... Una storia antica che riesce a parlare ancora e forse più fortemente a noi uomini di oggi. In questo nostro “Mercante”, protagonisti, come detto, sono la Maschera, che rappresenta l’ambiguità e la bugia ed il Palcoscenico, quale spazio dell’azione, come la vita è il teatro dell’umana finzione. Tutto l’intreccio delle relazioni tra questi Comici è basato su di un rapporto di dare ed avere, sull’uso della maschera per rubare “umanità”, rendendo così credibile la menzogna. E se il pubblico si divertirà a questo spettacolo e riderà di quello che sulla scena sta succedendo, sappia che sta ridendo amaramente di se stesso...»