Sono in totale 15 le tavole progettuali esposte al “Venice Art Space”, Fondamenta degli Incurabili, Dorsoduro 556. Pannelli che presentano il progetto di quel “Gabbiano” che vorrebbe tanto posarsi sul ponte dell’Accademia a Venezia, ma al quale né gli amministratori Orsoni, Zaccariotto e nemmeno il ministro Franceschini sembrano voler concedere spazio.
Un percorso espositivo che parte dagli schizzi, le prime idee di un ponte che liberi finalmente l’Accademia dalle barriere architettoniche che impediscono il passaggio ai disabili. Le fasi storiche, ripercorse da alcune vedute del Canaletto su Canal Grande, Carità e Campo San Vidal, dalle foto storiche del collaudo del ponte di Miozzi nel 1933, dagli schizzi di Carlo Scarpa. E finalmente gli sviluppi, con i render del bellissimo progetto realizzato nel 2009 in occasione del concorso indetto da Massimo Cacciari che prevedeva la ricostruzione del Ponte dell’Accademia. Saranno presenti anche i plastici, la relazione illustrativa e di calcolo, le indagini endoscopiche, gli elaborati grafici.
La mostra “è per i veneziani”, dice lo stesso Follina “perché loro stessi devono essere la molla che porti allo scatto dell’amministrazione. Invece hanno paura si ripeta la storia di Calatrava, un progetto che dal suo concepimento alla fase di realizzazione ha triplicato tempi e costi.” “Il mio è un ponte senza barriere, a norma di legge” a differenza di quello attuale. “Il restauro della parte lignea non risolve i problemi” e per altro implica una spesa di 1,7 milioni di euro per un’operazione che andrà ripetuta fra altri 10, 15 anni. Mantenendo rigorosamente le barriere architettoniche, il rischio di incendi e la vulnerabilità all’esposizione sismica.
Il ponte di Follina invece costa solo 5,3 milioni di euro e rappresenta la soluzione definitiva ai problemi di manutenzione dell’attuale ponte, consentendo il passaggio a tutti, portatori di handicap e carrozzine. Grazie alle rampe di accesso che si spiegano lungo le sue ali, il Gabbiano si allarga su due lati nel Campo della Carità rendendo la linea di discesa più morbida e abbassata, percorribile dunque senza l’ausilio di costosi macchinari. L’arcata del vecchio ponte viene mantenuta, conservandone la memoria storica, ma ricoperta di acciaio AISI 316 marino (appare evidente che le opere pubbliche nel veneziano non possano essere realizzate in legno) e con eleganti parapetti in vetro, per non deturpare il contesto architettonico.
Il restauro del ponte auspicato dall’amministrazione Orsoni e Zaccariotto non tiene conto che i lavori così eseguiti daranno luogo a un susseguirsi di costi manutentori, per la sostituzione delle parti lignee, l’intervento nelle parti metalliche in degrado e la sostituzione dei gradini (già effettuata nel 2008). Il “Gabbiano”, oltre a rappresentare l’opera d’arte di Follina alla città di Venezia, evoca un messaggio di libertà per tutti, portatori di handicap, turisti con i trolley, genitori con carrozzine e per gli stessi veneziani.
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