"Bell'Italia" mostra d'arte '800-'900 a Caorle
Un imperdibile appuntamento serale attende i turisti e i visitatori di Caorle. Dopo aver trascorso giornate estive all’insegna della vacanza e del divertimento, il pubblico ha l’opportunità di trascorrere una serata speciale scoprendo il fascino dell’arte e della bellezza con la mostra BELL’ITALIA. La pittura di paesaggio dai Macchiaioli ai Neovedutisti veneti, 1850-1950. Una rassegna importante, che raccoglie oltre 100 opere realizzate dai massimi artisti che hanno contribuito a scrivere una nuova pagina dell'arte moderna.
Aperta tutti i giorni di agosto dalle 16.00 alle 23.00 al Centro Culturale Bafile, BELL’ITALIA costituisce un’iniziativa di grande prestigio. E' forse l’unica mostra di grande respiro che si svolge in una località turistica in Veneto - dopo Venezia ovviamente - che presenta la pittura di paesaggio e il clima di rinnovamento in atto tra ‘800 e ‘900 attraverso opere di Giovanni Boldini; Giovanni Fattori; Telemaco Signorini; Angiolo e Lodovico Tommasi, Angelo Dall'Oca Bianca; Luigi Nono; Ippolito Caffi; Ettore Tito; Gennaro Favai; Alessandro Milesi; Teodoro Wolf Ferrari; Gino Rossi; Umberto Moggioli; Guglielmo Ciardi, con i figli Emma e Beppe Ciardi; Pietro Fragiacomo; Luigi De Giudici; Virgilio Guidi; Felice Carena.
Come in un viaggio immaginario, una serrata sequenza di dipinti conduce i visitatori alla scoperta meravigliosi paesaggi che spaziano da Venezia e la sua laguna, per arrivare alla montagna passando dal mare e la campagna. Non una semplice riproduzione del visibile, ma una ricognizione dei sensi; un percorso della memoria e della contemplazione dove il cielo, il mare, gli alberi o la curva delle colline altro non sono che la sintesi emotiva di un vissuto che si trasforma in un paesaggio dell’anima. Per un inesauribile impulso del cuore, che la ragione ignora, l’artista, come rapito dall'influenza della luce, dell'aria della vita esterna e da una volontà superiore, non aspira alla riproduzione del visibile ma, al contrario, esalta la rivelazione dell'invisibile; l'intuizione di un momento che permette di raggiungere “altri luoghi” - luoghi emotivi e senza territorio - dentro l'itinerario segreto di un sentimento. In questi dipinti è celato – e contemporaneamente rivelato – il mistero delle cose esistenti e la loro quotidiana rinascita in una rinnovata materia pittorica.
Curata da Stefano Cecchetto e Maurizio Vanni, coadiuvati da un prestigioso comitato scientifico presieduto da Tiziano Panconi e composto, oltre ai curatori, da Giorgio Baldo, Eugenio Manzato, Luisa Turchi, Myriam Zerbi, e promossa dal Comune di Caorle, dalla Fondazione Terra e Acqua, dalla Fondazione Santa Cecilia e dal Museo del Paesaggio a Torre di Mosto (Ve), l’esposizione rappresenta dunque un itinerario dentro la pittura di paesaggio italiano che descrive l'evoluzione del concetto di "veduta" partendo dalla rappresentazione ottocentesca che si trasforma attraverso la visione romantica dell’artista – la 'macchia' dell'espressionismo toscano e la luce di quello veneto – per approdare ai nuovi linguaggi del Novecento.