Evento di chiusura Place to Place
Si concluderà sabato 22 febbraio 2014 a partire dalle ore 17.30 la mostra collettiva place to place , curata dalle studentesse del 20° Corso in Pratiche Curatoriali e Arti Contemporanee , aperta con grande successo di pubblico lunedì 17 febbraio scorso.
place to place è stata realizzata da ventidue giovani curatrici provenienti da tutta Italia che hanno lavorato a stretto contatto con artisti e operatori del mondo dell'arte per dare vita ad una mostra collettiva con le opere di sette artisti italiani e internazionali provenienti da Torino, Milano, Venezia, Roma, Spagna, Albania e Lituania: il collettivo Guerrilla Spam, Dritan Hyska, Ryts Monet, Margherita Morgantin, Alice Pedroletti, Agne Raceviciute e Pablo Valbuena . La grafica del catalogo è a cura dello studio Tankboys di Venezia.
place to place traccia una mappatura plurale di luoghi astratti o reali in cui l'arte dimostra di essere un dispositivo libero di essere intercettato, modificato e (ri)plasmato secondo le attitudini del tempo che si presta a vivere; ciò che ne consegue è una geografia affettiva e profondamente umana. Essa si riconosce nella polisemia dell'arte contemporanea ponendo delle domande sui luoghi delle nostre memorie individuali e collettive, sui nostri affetti e sulle nostre origini.
Durante la serata conclusiva, si potrà vedere in anteprima il video The Magic Piper of Ishinomaki dell'artista Ryts Monet , mai proiettato prima a Venezia. E' un video realizzato con il supporto del Tokyo Metropolitan Foundation for History and Culture, Tokyo Wonder Site, che riprende un'azione eseguita da un musicista ad Ishinomaki, città colpita dallo tsunami del 2011 ed interessata dalle radiazioni di Fukushima. La performance accade nelle strade di una città deserta, con un flauto recuperato tra le macerie. Rievoca la leggenda medievale del pifferaio magico di Hamelin, figura dotata di potere fascinatorio, metafora della morte e della malattia. Un suonatore di flauto, vestito di una tuta anti-radiazioni e stivali, ripercorre con cadenza rituale un percorso immaginario fra le macerie accumulatesi dopo le varie catastrofi. Una di esse è ancora presente ma invisibile: la radioattività, che come la musica condiziona in maniera immateriale il corpo. Mentre il tempo è scandito solo dalle note e dai passi del musicista che sosta dinnanzi a edifici, strade e monumenti distrutti, i suoni del flauto si propagano nell'aria come le radiazioni, diffondendo un gelido senso di morte. La musica, colonna sonora di uno stato emotivo, accompagna la performance fino al tramonto, quando il musicista si congeda con un inchino al sole calante e al paesaggio devastato. L'artista ci conduce in una suggestiva costellazione dove storie e analogie sovvertono la comune lettura dei simboli fino a renderli simulacri. L'esposizione diviene viaggio, lettura raffinata di miti e ricerca critica sull'inconciliabilità fra ordine naturale e umano.
Alle 20.30 il sound artist Marco Cecotto eseguirà una performance sonora che esplorerà l'ambiente espositivo e si concentrerà sul lato multimediale e interattivo della musica elettronica. La sua produzione spazia dal live electronics in ambito sperimentale alle installazioni sonore, con particolare attenzione verso la multimedialità e l'interattività. Entrambi questi estremi della produzione si intrecciano e confondono nel corso del loro sviluppo, talvolta prendendo vita autonomamente al di fuori dal suo diretto controllo e trasformandosi in installazioni interattive.