Santa Maria Formosa, da maggio l’esposizione dedicata ai Grimani
Il Polo museale del Veneto annuncia le nuove attività per il museo di palazzo Grimani, a partire da maggio 2019, con l’esposizione dedicata alla collezione di sculture appartenute ai Grimani e la mostra monografica sull’artista americana Helen Frankenthaler.
Statue classiche
Daniele Ferrara, direttore del polo museale del Veneto e Toto Bergamo Rossi, direttore di Venetian Heritage, sono i curatori dell’eccezionale mostra che celebrerà il ritorno dopo 430 anni a Palazzo Grimani della collezione di statue classiche appartenuta al Patriarca di Aquileia Giovanni Grimani, conservata nel palazzo di famiglia in Santa Maria Formosa fino alla fine del 1500. L’esposizione sarà inaugurata a maggio 2019 in concomitanza con la vernice di Biennale Arte e rimarrà visitabile fino al 2021.
La famiglia
La mostra sulla raccolta di sculture condurrà il visitatore alla scoperta del mondo di un collezionista nella Venezia del Rinascimento e offrirà l’occasione unica di ammirare l’allestimento delle statue all’interno della Tribuna, la stanza delle meraviglie concepita e voluta proprio da Giovanni per i suoi pezzi più preziosi. L’operazione, prodotta da Civita Tre Venezie, è resa possibile grazie al sostegno di Venetian Heritage, Maison Hermès, la Helen Frankenthaler Foundation di New York e Gagosian. Palazzo Grimani, raro esempio di fusione tra architettura veneziana cinquecentesca e decorazioni in stile tosco-romano, deve il suo aspetto agli interventi realizzati da Vittore Grimani e suo fratello Giovanni durante il XVI secolo.
Pittura Panorama
Il secondo piano del palazzo, infatti, ospiterà da maggio a novembre 2019, la mostra Pittura Panorama. Paintings by Helen Frankenthaler, 1952-1992. Organizzata dalla Helen Frankenthaler Foundation insieme a Venetian Heritage e Gagosian, l’esposizione è curata da John Elderfield, capo curatore emerito per la pittura e la scultura al Museum of Modern Art di New York e sancisce il ritorno delle opere dell’artista americana a Venezia dopo la sua partecipazione alla Biennale del 1966 all’interno del padiglione degli Stati Uniti. Il legame tra l’antico e il contemporaneo all’interno di Palazzo Grimani si configura come testimonianza di una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato per una strategia volta alla promozione di un edificio unico, per molti ancora da scoprire.