Dopo due anni di stop torna la Pirola Parola a Noale, con tante novità
La Pirola Parola di Noale, dopo due anni di sosta forzata, si prepara a fare ritorno sulla spianata della rocca. L’antica “festa de ‘a Pifania”, unica nel suo genere perché si svolge seguendo un antico rituale tramandato da Giacomo Dal Maistro ad Adino Libralato, due noalesi cultori di tradizioni locali, prenderà il via venerdì 6 gennaio alle ore 15.30 da piazza XX Settembre. E si concluderà, dopo la sfilata con i carri dei borghi e il corpo filarmonico di Noale, i giochi con le befane, l’accensione del panevin e il pronostego del vate, di nuovo nella stessa piazza, con un aperitivo danzante accompagnati dalla street band dei Funkasin. Non senza aver prima estratto i cinque numeri vincenti della lotteria della befana (biglietti in vendita a 1.50 euro, una parte del ricavato sarà destinato al progetto “Un pasto al giorno” di suor Rosanna Favero, missionaria nelle Filippine).
Un evento corale che, sotto la regia della Pro Loco, vede impegnati i borghi Camposampiero, Mestre, Mirano e Treviso, il Gruppo Missionario, il Gruppo Tempesta, e una squadra sicurezza composta da volontari di Protezione civile e associazione Carabinieri. In tutto oltre un centinaio di persone.
»È questa la prima novità dell’edizione che segna il ritorno di una manifestazione molto amata dalla gente. Approfittando del lungo week end che chiuderà le festività natalizie - spiega il presidente della Pro Loco, Enrico Scotton - abbiamo pensato di invitare il pubblico a continuare la festa tra i locali di piazza XX Settembre. Ma non sarà questa l’unica novità».
In questi anni la Pro Loco di Noale si è distinta per la sua capacità di coniugare la tradizione all’innovazione. Però sono cresciuti coloro che puntano il dito contro i panevin. «Le cose cambiano e rimanere fermi sul "si è fatto sempre così" rischia di essere fatale. Noi siamo i primi difensori delle tradizioni. Però non siamo insensibili ai destini del pianeta. I panevin inquinano l’aria? Certo. Un giorno su 365 all’anno. Le ricette per limitare l’impatto ci sono. Basterebbe farne uno per comune. Di misure sufficienti a garantire lo spettacolo, senza voler creare falò da record. Controllare che tutti i panevin autorizzati, soprattutto quelli fatti in aperta campagna, brucino soltanto ramaglie di siepi, come quelle che utilizziamo noi da anni, grazie all’infaticabile lavoro di un gruppo di persone coordinate da Primo Pesce. E avremmo già ottenuto un buon risultato, senza far morire una tradizione così sentita da grandi e piccini».
«Non spetta certo alle Pro Loco decidere. - aggiunge Scotton - Ci sono i tavoli di coordinamento dei Comuni, con Regione e città metropolitane, chiamati a definire le misure di contenimento dell’inquinamento. Noi volontari possiamo contribuire limitando fin dove possibile l’emissione delle polveri sottili. A Noale, ad esempio, oltre a curare nel dettaglio il grande falò, abbiamo deciso di sostituire lo spettacolo pirotecnico che, anche se in piccola parte, inquina l’aria, con un più moderno lasershow sfruttando lo scenografico contesto della rocca. Così andiamo incontro anche alle tante persone possessori di animali domestici che ogni anno temono i botti delle feste natalizie».