Postwar Era: una storia recente. Omaggi a Jack Tworkov e Claire Falkenstein
Attraverso oltre novanta opere raccolte dalla mecenate Peggy Guggenheim, o donate alla Collezione Peggy Guggenheim dopo la sua scomparsa, la mostra Postwar Era: una storia recente. Omaggi a Jack Tworkov e Claire Falkenstein, curata da Luca Massimo Barbero, offre una lettura attenta e rinnovata dell’arte americana ed europea dal secondo dopoguerra al 1979. Attraverso una ricercata selezione delle opere, alcune raramente esposte, riunite per gruppi e accostate in base a tema, stile, affinità e una cronologia meno classica, viene presentata quella sensibilità che va al di là dei movimenti e delle tendenze artistiche.
Il percorso scorre con non poche sorprese lungo le undici sale espositive, trasformando ogni sezione in un ambiente unico. È con gli esiti primi dell’Espressionismo astratto e con opere, quindi, di Willem de Kooning, William Baziotes, Robert Motherwell e Richard Pousette-Dart, di cui nel 2016 ricorre il centenario della nascita, che la mostra avvia il suo cammino, proponendo una sala dedicata all’artista americano, ma di origini polacche, Jack Tworkov (1900–1982). Una ricca serie di lavori su carta e cinque dipinti su tela conducono il visitatore a una profonda riflessione sulla figura della donna d’ispirazione espressionista-astratta dell’artista polacco. Tworkov conosce e frequenta de Kooning sin dagli anni '30, diventando suo vicino di studio a fine anni '40: i due artisti esplorano un trattamento cubista-espressionista della figura umana, muovendo verso forme più astratte e una maggiore gestualità. Questo omaggio celebra la donazione del 2013 alla Fondazione Solomon R. Guggenheim del Ritratto di Z. Sharkey (1948) da parte dall’Estate of Jack Tworkov e si avvale del sostegno della Estate of Jack Tworkov, New York, e dell’American Contemporary Art Gallery, Monaco.
La narrazione prosegue segnalando l’evidente effetto di questa pittura di origine transoceanica sull’astrazione informale in Europa, con la ricerca su materia, gesto e segno di artisti italiani come Afro, Pietro Consagra, Bice Lazzari, Giuseppe Santomaso, Toti Scialoja, Emilio Vedova. Un approfondimento specifico è dedicato all’opera di Carlo Ciussi, che nella pittura esprime una geometria non costruita secondo i canoni euclidei, ma accordata a una personalissima interiorizzazione della forma vista come immagine possibile della materia cosmica nel suo continuo divenire. Una selezione di opere del secondo dopoguerra inglese, aspetto meno noto della collezione di Peggy Guggenheim, documenta la ricerca di scultori come Kenneth Armitage, Reg Butler e Leslie Thornton, e pittori come Alan Davie e Graham Sutherland. Nell’ambito di questo richiamo chiaro ed evidente all’istintiva passione di Peggy per la scultura, è esposta anche la selezione di opere di Mirko Basaldella donate alla Fondazione Guggenheim da Vera e Raphael Zariski.