Il Quartetto Eos con Davide Alogna e Enrico Pace in concerto al Teatro La Fenice
Ad aprire la stagione 2023 di Musikàmera alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia è il doppio recital del romano Quartetto EOS, impegnato con il violinista Davide Alogna e il pianista Enrico Pace nel raro e splendido Concerto per violino, pianoforte e quartetto di Ernst Chausson. Questo, composto tra il 1889 e il 1891 e dedicato al grande violinista Eugene Ysaye, è rivelatore di un gusto elegante e raffinato, «una delle opere più interessanti che siano state scritte in questi ultimi anni in Francia», come lo definì il critico musicale Pierre Lalo in quegli anni.
Il Quartetto EOS, composto da Elia Chiesa e Giacomo Del Papa al violino, Alessandro Acqui alla viola e Silvia Ancarani violoncello, eseguirà anche il Quartetto n. 1 di Leoš Janá?ek, composto nel volgere di appena una settimana sul finire del 1923 e direttamente ispirato al celebre racconto La sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj, con una partitura costruita sulla ripetizione, continuamente variata, arricchita, intrecciata fra gli strumenti, di un materiale tematico frammentario, dal carattere popolare.
Per buona parte della propria vita, Leós Janàcek fu poco conosciuto anche ai propri conterranei. Persino Jenufa, uno dei suoi lavori più significativi, dovette attendere dodici anni per conoscere quell’accoglienza entusiastica che spalancò al compositore le porte del definitivo successo. Pur collocato tradizionalmente nell’ambito dell’ampio fenomeno delle scuole nazionali, e di quella ceca in particolare, Janàcek deve la sua modernità a diversi tipi di fattori, come il superamento della rigida contrapposizione fra i modi maggiore e minore, dell'uso funzionale dell'armonia, della tradizionale quadratura ritmica della frase. La stessa scelta di tematiche di denuncia sociale è ancora oggi di forte impatto, tanto che il teatro di Janàcek è entrato nel repertorio corrente di tutti i teatri europei. Due sono i Quartetti superstiti, appartenenti agli ultimi anni di attività del maestro, e dimostrano una forte discontinuità con la tradizione classica, tanto da far pensare a degli esperimenti che permettessero una raffinata scrittura quartettistica, unica davvero idonea a interpretare il programma intimistico e letterario che si pone alla base di entrambe le composizioni.
Ne La sonata a Kreutzer Tolstoj narra come, durante un viaggio in treno, un passeggero condivida lo scompartimento con un uomo, Podnizicev, che gli rivela di avere ucciso la moglie, sospettandola di avere una relazione con un violinista che si faceva accompagnare dalla donna per eseguire la celebre Sonata a Kreutzer di Beethoven. Podnizicev, assolto per questo "delitto d'onore", vede completamente trasformata la propria vita dall'uxoricidio, che gli fa ritenere il matrimonio una vera ipocrisia sociale. Tolstoj predica di fatto, nel racconto, il rifiuto del corpo e una vita ascetica che rinunci al richiamo dei sensi. Probabilmente l’argomento venne fortemente condiviso da Janàcek, che proprio in quel periodo attraversava a sua volta un momento di grave difficoltà all’interno della propria situazione sentimentale.