Beltotto nuovo presidente dello Stabile: «Con lui ci riprenderemo ciò che ci hanno tolto»
Già vicepresidente dell'ente, guiderà il Goldoni di Venezia e il Verdi di Padova per i prossimi 5 anni. Obiettivo recuperare il titolo di "teatro nazionale"
Giampiero Beltotto è il nuovo presidente del Teatro Stabile del Veneto. A eleggerlo, come da statuto, è stata l'assemblea dei soci composta da Regione del Veneto, Comune di Venezia, Comune e provincia di Padova, riunitasi venerdì al Teatro Carlo Goldoni.
«Ci riprenderemo ciò che ci hanno ingiustamente tolto»
Già vicepresidente e membro de consiglio di amministrazione, succede a Angelo Tabaro e guiderà l'ente veneto che gestisce il Teatro Goldoni di Venezia e il Teatro Verdi di Padova per i prossimi cinque anni. «Rivolgo al dottor Beltotto il più cordiale augurio di buon lavoro, - ha commentato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia - con la sicurezza, conoscendolo e avendo potuto avvalermi in passato della sua collaborazione, che si adopererà con energia, capacità e caparbietà per difendere e sollevare i destini di una delle più importanti realtà culturali della nostra regione. Ritengo - ha continuato - che il neo presidente darà nuovo impulso a un progetto che potrà ulteriormente svilupparsi, dimostrando così quanto sia stata ingiusta e ingiustificata la penalizzazione subita all’inizio di quest’anno dalla Commissione del ministero dei Beni e delle attività culturali che lo ha declassato da "teatro Nazionale"».
Stima e fiducia
«Esprimo la mia stima e fiducia al neo eletto presidente del Teatro Stabile del Veneto, - ha commentato l'assessore alla cultura della Regione del Veneto, Cristiano Corazzari - nella convinzione che sapremo irrobustire ulteriormente la collaborazione che unisce la Regione e questa istituzione, la quale svolge un’azione importante a favore delle nostre comunità, proponendo rassegne e produzioni di innegabile valore artistico e culturale. Sono certo - conclude - che con la guida di una personalità forte e preparata come quella di Beltotto, il nostro teatro recupererà quelle posizioni che gli sono state negate da scellerate decisioni ministeriali».